AUSTRALIA – Brisbane 01/01/2014. Secondo un recente studio della Csiro (Commonwealth Scientific Industrial Research Organisation ), gli africani dovranno migliorare la qualità e la quantità del mangime per il loro bestiame per poter competere nel mercato mondiale e ridurre l’impatto del settore sul cambiamento climatico.
Inoltre, lo studio ha trovato che gli animali in Africa e in molte altre parti del mondo in via di sviluppo richiedono molto più cibo per produrre un chilo di proteine rispetto agli animali dei paesi ricchi. Lo Csiro afferma che gli agricoltori devono affrontare sfide più grandi nell’Africa sub-sahariana nel tentativo di migliorare la produzione di proteine, riducendo al contempo le emissioni. La maggior parte della comunità scientifica sta lavorando ora sullo sviluppo di nuove tecnologie e pratiche di alimentazione che realmente possano affrontare il problema dell’approvvigionamento alimentare, migliorando, allo stesso tempo, l’alimentazione si legge nello studio. I dati Csiro, pubblicati nella sezione “Proceedings of the National Academy of Sciences” ha trovato forti contrasti nella produzione e nell’allevamento. Ad esempio, i bovini in America Latina, Europa e Nord America hanno prodotto 59 milioni di tonnellate di carne bovina nel 2000; al contrario, l’Africa sub-sahariana ne ha prodotti solo 3 milioni di tonnellate. Il bestiame nelle aree più sviluppate del mondo consuma circa 1,3 miliardi di tonnellate di grano ogni anno; mentre nell’Africa sub-sahariana, tutta l’alimentazione animale si basa principalmente su erba e stoppie. Un dato su cui si sta lavorando per migliorare la resa per raddoppiare o triplicare la produttività. Il Consultative Group on International Agricultural Research (Cgiar) sta studiando modi per produrre erbe con un maggiore valore nutrizionale per gli animali.