ZAMBIA. Forti tensioni sociali nel mondo dal lavoro dominato da Pechino

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Alla fine del mese scorso nella capitale zambiana di Lusaka, due uomini e una donna hanno fatto irruzione in una fabbrica di abbigliamento di proprietà cinese e ucciso tre cittadini cinesi prima di dare fuoco all’edificio.

I presunti aggressori, secondo quanto riferito, erano dipendenti e sono in arresto; le vittime erano i vertici della fabbrica.

L’ambasciata cinese a Lusaka ha condannato l’incidente e ha esortato il governo zambiano a prendere misure per proteggere la sicurezza dei cittadini cinesi nel Paese.

La pandemia ha scoperchiato il vaso di Pandora dopo che i lavoratori zambiani hanno protestato perché non potevano tornare a casa dopo il lavoro, apparentemente per evitare il contagio da coronavirus.

Le uccisioni e i raid hanno messo nuovamente a nudo le tensioni sul terreno per cinesi e africani, mentre Pechino stringe legami commerciali e politici più forti con il continente. Gli scontri sono in netto contrasto con il rapporto “win-win” che Pechino e molti Paesi africani stanno perseguendo a livello statale, riporta Scmp.

In Zambia, Pechino ha trovato materie prime per le sue industrie e un mercato per i suoi prodotti, mentre Lusaka ha beneficiato di finanziamenti cinesi per le sue autostrade, dighe elettriche e ferrovie. 

Lo Zambia, il secondo produttore di rame dell’Africa, è stato tra le prime nazioni africane a ricevere un significativo investimento in infrastrutture da Pechino. Negli anni Settanta, la Cina ha finanziato la ferrovia Tazara, che parte da Lusaka e termina nella città costiera tanzaniana di Dar es Salaam. All’epoca era il progetto più costoso e ambizioso di Pechino in Africa ed era il terzo progetto infrastrutturale del continente.

Recentemente, nel mese di ottobre, Li Jie, ambasciatore della Cina in Zambia, ha dichiarato che la Cina «continuerà a sostenere il principio della sincerità, dei risultati reali, dell’amicizia e della buona fede e il principio del perseguimento del bene più grande e degli interessi condivisi». 

Secondo uno studio delle Nazioni Unite del 2019 sulla popolazione mondiale, si stima che in Zambia vivano circa 80.000 cittadini cinesi, ma il governo zambiano stima la cifra a meno di 20.000. Negli ultimi due decenni, gravi incidenti hanno incrinato i rapporti tra i lavoratori zambiani e i loro datori di lavoro. 

Nel 2005, un’esplosione in una fabbrica della miniera di rame di Chambishi, gestita dalla Nfc Africa Mining, ha ucciso 46 persone. Più tardi, nello stesso anno, sei operai sono stati uccisi e feriti nella miniera.

Nel 2010, 13 dipendenti della miniera di carbone di Collum, anch’essa di proprietà cinese, sono rimasti feriti dopo che due dirigenti hanno aperto il fuoco per una protesta salariale nella miniera. I due dirigenti sono stati accusati di tentato omicidio, ma i pubblici ministeri hanno ritirato le accuse nell’aprile del 2011.

Le imprese cinesi spesso vengono accurate di non rispettare le leggi sul lavoro, le relazioni con la comunità, le sensibilità sociali e gli investimenti nei benefici per i dipendenti e nello sviluppo.

Tommaso dal Passo