#Internetneltrattatoeuropeo

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ITALIA – Catania 27/04/2014. Un hashtag per l’Agenda Digitale in Europea.

L’Associazione Generazione Ypsilon lancia #Internetneltrattatoeuropeo: un’iniziativa per sensibilizzare l’agenda politica dei candidati al Parlamento europeo e promuovere progetti di valorizzazione delle nuove tecnologie digitali finalizzati a ridurre il digital divide e favorire un processo di graduale sviluppo grazie ai benefici derivanti dall’adozione di un’Agenda Digitale.
In occasione delle imminenti elezioni europee (che si svolgeranno il 25 maggio 2014) per il rinnovo del Parlamento europeo dell’ottava Legislatura della storia politico-istituzionale dell’Unione europea, vogliamo lanciare questa iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di adottare un’Agenda Digitale e contribuire a diffondere una nuova cultura digitale, quale priorità politica dell’attività istituzionale dei futuri europarlamentari italiani per il rilancio economico, sociale e produttivo del nostro paese.
Da questo momento, per tutto il periodo della campagna elettorale utilizzando l’hashtag #Internetneltrattatoeuropeo vogliamo proporre eventi, iniziative e progetti per diffondere gli straordinari benefici delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione caratterizzanti l’era digitale in modo da dimostrare il collegamento fondamentale tra innovazione tecnologica e sviluppo economico, con la speranza di coinvolgere l’opinione pubblica e soprattutto i candidati al Parlamento europeo al fine di contribuire alla stesura di una vera e propria Agenda Digitale da attuare nello svolgimento del mandato istituzionale, magari partendo dalla proposta di modifica del Trattato sull’Unione europea presentata dal promotore Angelo Alù (Presidente GY e coordinatore dirittodiaccesso.eu) volta all’introduzione di un nuovo art. 3-bis TUE “Diritto di accesso ad Internet nella Società europea dell’Informazione” recante norme finalizzate a garantire il riconoscimento del diritto di accesso ad Internet tra i principi fondamentali dell’Unione europea.
In particolare, dopo aver presentato ufficialmente questa proposta al Parlamento Europeo il 15 aprile 2013, a seguito della relativa iscrizione nel ruolo generale con il n. 0755/2013 il 18 giugno 2013, finalmente la competente Commissione si è espressa sulla ricevibilità della proposta con una lettera ufficiale del 13 febbraio 2014, dichiarando le relative questioni ricevibili. Per tale ragione, la Commissione ha avviato l’esame della proposta nel merito, decidendo altresì di chiedere alla Commissione europea di svolgere un’indagine preliminare sui vari aspetti della proposta, alla luce delle rilevanza della questione. Una decisione estremamente importante perché consente alle competenti istituzioni europee di esaminare la proposta normativa oggetto della petizione per valutarne l’impatto giuridico e sociale, con la possibilità di risolvere una volta per tutte le conseguenze negative del digital divide esistente a livello europeo mediante un intervento normativo finalizzato a garantire una graduale diffusione dei servizi ICT, rimuovendo il grave fenomeno del divario digitale a livello europeo, considerato una delle maggiori cause della crisi economica e sociale su scala globale. Partendo da questa piccola vittoria, ottenuta con l’impegno e la tenacia personale del promotore Angelo Alù e dell’Associazione GY a supporto dell’iniziativa, vogliamo perseguire l’ulteriore obiettivo di orientare l’attenzione dei futuri europarlamentari italiani verso questo tema. #Internetneltrattatoeuropeo per migliorare gli standard dell’occupazione, della produttività e della coesione sociale grazie allo sfruttamento delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione per favorire l’innovazione, la crescita economica e il progresso.
#Internetneltrattatoeuropeo per accelerare la ripresa economica e garantire un futuro sostenibile grazie all’adozione di un’Agenda Digitale finalizzate a rimuovere in modo omogeneo il divario digitale esistente a livello europeo. Secondo i dati forniti da Eurostat sulla diffusione della banda larga e dell’alfabetizzazione digitale (aggiornati al terzo trimestre 2013) il 34% della popolazione italiana non ha mai navigato (quasi un terzo degli italiani non ha mai usato Internet). Non a caso, l’Italia si colloca in fondo alla classifica europea, sotto al Portogallo (33%) e di poco sopra Grecia (36%) e Bulgaria (41%), rispetto alla media nei 28 paesi dell’Unione europea, in cui il 79% delle famiglie ha accesso a Internet (il 76% dispone della banda larga). Per quanto riguarda l’uso quotidiano della rete, solo il 54% degli italiani dichiara di usare internet ogni giorno, a fronte di una media europea del 62%, risultando evidente l’enorme differenza tra i Paesi tecnologicamente avanzati come Danimarca, Paesi Bassi, Svezia, Finlandia (oltre l’80%), i Paesi della fascia media (dal 68% del Belgio al 54% dell’Italia) e quelli della fascia bassa (sotto il 50%, dal Portogallo alla Polonia alla Bulgaria). Risultati negativi anche per quanto riguarda la diffusione dell’e-Government: infatti, solo il 21% dichiara di usare i servizi digitali offerti dalla pubblica amministrazione, a fronte di una media europea pari al 41%. Secondo il recente rapporto Akamai – State of the Internet nel primo trimestre 2013 in cima alla classifica europea risulta la Svizzera, registrando la maggiore velocità di connessione media (10.1 Mbps); al secondo posto del podio i Paesi Bassi (con 9.9 Mbps, in crescita del 10% rispetto al trimestre precedente). Ottimi i risultati conseguiti da Svezia (8.9 Mbps), Danimarca (8.2 Mbps) e Austria (7.9 Mbps), tre Paesi la cui velocità di connessione media è aumentata di oltre il 10% rispetto al trimestre precedente. Romania e Svizzera sono gli unici Paesi europei ad avere raggiunto un picco medio della velocità di connessione superiore ai 40 Mbps, mentre le altre nazioni si sono attestate al di sopra dei 20 Mbps. Considerando gli aumenti anno su anno del picco medio, la crescita maggiore è stata quella della Gran Bretagna (+ 53%, con un picco di 36,3 Mbps) e Svizzera (+ 41%); mentre altre nazioni hanno riscontrato una crescita intorno al 30%: Svezia (+38%), Danimarca (+32%), Spagna (+31%), Paesi Bassi e Belgio (+30%). In Italia, la velocità media di connessione nel primo trimestre 2013 si attesta sui 4.4 Mbps, più veloce del 4.4% rispetto al trimestre precedente e del 5.4% rispetto allo stesso periodo lo scorso anno. Il picco medio di velocità di connessione raggiunto nel nostro Paese è pari a 21.8 Mbps, anche se si tratta però del picco più basso di tutta Europa. In base al report realizzato da The Web Index (un’iniziativa del noto Tim Berners-Lee, autore del World Wide Web) per analizzare lo stato di salute di Internet sul pianeta, in base alla classifica che giudica ogni singolo Stato, tenendo conto di alcuni criteri (adeguatezza delle infrastrutture, utilizzo del Web da parte degli utenti, contenuti generati, impatto economico, politico e sociale), l’Italia si piazza solamente al 23esimo posto con un punteggio complessivo pari a 56,4, dopo Egitto, Kazakistan, Qatar e poco prima di Filippine o Indonesia, con un gap al momento incolmabile che la separa dalle realtà più meritevoli: Svezia (100), Stati Uniti (97,3) e Regno Unito (93,8). Dati che confermano il grave fenomeno del digital divide, con rilevanti implicazioni negative dal punto di vista politico, culturale, economico e sociale. Per quanto riguarda il nostro Paese, secondo i recenti dati forniti dall’Istat Internet è disponibile nel 63,3% delle famiglie del Centro-Nord e solo nel 55,1% delle famiglie residenti nelle regioni del Sud e nel 54,7% delle Isole. Risultati negativi li registra il Molise con il 51,3% di famiglie con accesso alla rete, preceduta in classifica da Calabria (51.6%) e Sicilia (52%). In cima alla classifica delle regioni più connesse invece risultano Trentino-Alto Adige (con il 66,9%) e Veneto (66,6%). La Sicilia, dunque, è una delle Regioni italiane più soggette al digital divide, come dimostra anche una recente ricerca Demopolis secondo cui più della metà dei siciliani (il 52%) non naviga mai su Internet, mentre e un altro 9% dichiara di non farlo “quasi mai”. Tali dati statistici sono chiari ed inequivocabili nella misura in cui confermano una preoccupante situazione di divario digitale provocata da difformi condizioni di accessibilità alle tecnologie con il rischio di generare una duplice categoria di individui di “seria A” (inclusi digitali) e individui di “serie B” (esclusi digitali), incrementando la forma di diseguaglianza sociale tipica della Società dell’Informazione: la cd. “diseguaglianza digitale” che si manifesta con il digital divide. #Internetneltrattatoeuropeo per impegnare i nostri eurodeputati nella stesura di un’Agenda Digitale e rilanciare le condizioni economiche, politiche e sociali esistenti.