Yemen: polveriera Medio Orientale

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YEMEN – Sanaa. 17/09/14. Lo Yemen è sull’orlo di un ennesima guerra civile. Ieri, il ministro di Stato per gli Affari Esteri degli Emirati, Anwar Mohammed bin Qarqash ha detto che ciò che sta facendo il gruppo Houthi in Yemen è considerato come ribellione contro il potere legittimo.

Nel suo discorso di ieri a Riyadh alla Conferenza del Golfo Arabico per le sfide regionali, ha detto che «la crisi causata dagli Houthis in Yemen complica la situazione dal momento che sfrutta le situazioni di insicurezza cercando di attirare sostenitori per far fallire il processo di transizione politica nel paese per raggiungere il potere». «Si tratta di un terreno fertile per consentire alle parti straniere di intervenire al fine di arrivare al conflitto, in un modo raggiungere i loro interessi», ha aggiunto. Al-Qarqash si è rivolto alla comunità internazionale, chiamata a svolgere il suo ruolo in modo responsabile per risolvere il problema della stabilità nello Yemen, ai membri del CCG ha chiesto di avere un ruolo dinamico e attivo per proteggere la stabilità di Sanaa.
A preoccupare i paesi del Golfo il fatto che lo Yemen potrebbe essere il detonatore che fa esplodere la miccia del terrore nella regione. La sfida dunque è vincere l’ondata di terrore che si estende dallo Yemen all’Egitto, Libia e Nord Africa, sottolineando l’importanza di una strategia chiara e globale per far fronte al terrore poiché non è solo IS che preoccupa, ma anche molte organizzazioni che sono dilaganti nella regione araba.
L’UNSC si è detto pronto a prendere in considerazione sanzioni urgenti. Il Consiglio di Sicurezza da New York con la risoluzione 2140 si è detto pronto a prendere in considerazione sanzioni mirate verso chi ostacola la transizione politica in Yemen.
La commissione di esperti dovrebbe presentare la sua relazione finale in data 25 febbraio 2015, ma a causa «del rapido sviluppo sul terreno» gli esperti nella seconda fase dei lavori si concentreranno sulle «linee specifiche di indagine e casi di studio mirati in relazione a persone fisiche o giuridiche impegnate o sostengono atti che minacciano la pace, la sicurezza o la stabilità nello Yemen».
A rendere critica la situazione non ci sono solo gli Houthi ma anche Islah, le tribù e altre fazioni. La città più coinvolta per ora è stata Amran. Inoltre tra gli attori del terrore noti in Yemen vi sono: l’ex presidente Ali Abdullah Saleh e il suo seguito; Al-Qaeda nella Penisola Arabica (AQAP) a sud, e anche il Movimento Hirak.
Gli Houthi, guidati da Abdul Malik al-Houthi, sciiti, sarebbero sostenuti dall’Iran. Le forze armate Houthi, comandate da Abdullah Yahya al-Hakim (Abu Ali al-Hakim) hanno invaso Amran, compreso il quartier generale dell’esercito yemenita.

Un commentatore dell’agenzia di stampa yemenita saba, Hamdi Doubla, sostiene che la crescente crisi tra Houthis e il governo per la decisione del governo di tagliare il sussidio del combustibile sono arrivati a livelli pericolosi. Ma in realtà dietro la lotta contro l’aumento dei prezzi del carburante vi sarebbe l’occasione per gli Houthi di autoproclamarsi salvatori della patria per i poveri e le persone bisognose, che sono i più colpiti dal rialzo dei prezzi, una situazione quella dello Yemen giunta dopo anni di inefficienza in materia di riforme economiche.

Secondo l’analista politico e scrittore Mohammad Jumaih, gli Houthi stanno utilizzando la crisi del carburante per raggiungere obiettivi politici. Le trattative tra governo di transizione e Houthi sono andate tutte male e non vi è motivo per pensare che ora andranno meglio. Ha spiegato lo scrittore che accusa i partiti politi di deresponsabilizzazione.

Va inoltre sottolineato che la riduzione dei sussidi in materia di carburante è stata imposta dall’FMI che aveva vincolato i prestiti a riforme dello stato tra cui quella dei sussidi.

Il Partito socialista yemenita ha affermato che è necessario il proseguimento dei negoziati sulle questioni chiave per fermare le campagne di escalation. L’iniziativa ha annunciato il rifiuto del partito dell’uso della forza da qualsiasi forza politica o sociale per il raggiungimento di rivendicazioni politiche. L’iniziativa ha sottolineato il raggiungimento di condivisione del potere in tutte le istituzioni dello stato, soprattutto nel governo, il Consiglio Shoura e altri organi politici si occupano della realizzazione dei risultati del NDC e la creazione di preparativi per completare la costruzione dello Stato. Il partito nasseriano ha chiesto nella sua iniziativa di non portar avanti iniziative armate nella capitale. Gli analisti credono che Houthi continueranno a ostacolare qualsiasi negoziato perché ricevono le loro istruzioni dall’estero.

Nabil al-Sharjabi, il professore di politica presso l’Università di Sanaa ha affermato che Houthi non accetteranno alcun accordo perché stanno ricevendo le loro istruzioni dall’Iran.