YEMEN. Il fil rouge che unisce Sana’a e Roma 

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Con la penna dello scrittore navigato e l’acume dell’esperto diplomatico, Mario Boffo, l’autore di Yemen l’eterno, ci offre un intenso ed emozionante ritratto dello Yemen, come è, come è stato, e come negli auspici tornerà a essere dopo la guerra che attualmente insanguina il paese.

«Si può parlare di un luogo geografico come se fosse un luogo dello spirito?», si chiede l’autore; e si dà una risposta affermativa, se questo luogo è lo Yemen. L’opera attraversa, senza un necessario ordine consequenziale, le struggenti emozioni causate dall’incontro con un paese di cui la maggior parte delle persone non sa molto. Emozioni che derivano dalla conoscenza dei suoi abitanti, dall’approfondimento della straordinaria storia dell’Arabia Felix, dallo stupore suscitato dai suoi miti.

Bellissime immagini accompagnano il testo: paesaggi affascinanti, volti dall’intensa espressione, foto d’epoca, a corredo di un’opera in cui la narrazione vivida e immaginifica si unisce a immagini che esprimono quanto e più delle parole.

Nel libro è idealmente lo Yemen a parlare, a narrare se stesso, attraverso le voci di luoghi e persone (la città di Sana’a, la mitica Regina di Saba), oppure, attraverso la voce dell’autore, nei resoconti di uno sceicco vegliardo, di un aristocratico discendente del Profeta, nelle vicissitudini di un anonimo venditore di improbabili souvenir, nelle conversazioni di scrittori straordinari, nei racconti di una signora di centocinque anni di età del villaggio di Bait Baus, in quelli di un vecchio amico degli italiani, dagli anni trenta ai tempi dei film di Pasolini in parte girati nello Yemen.

«Da adolescente e da giovane, tutto quello che vedevo intorno a me era italiano: i medici, gli ingegneri, le vetture, gli aerei, le armi… tutto». Questo disse all’autore l’ottuagenario presidente degli Archivi Nazionali dello Yemen al primo incontro. L’Italia fu infatti il primo paese in assoluto a riconoscere lo Yemen, nel 1926, come stato indipendente e sovrano, dopo lo sfaldamento dell’Impero Ottomano. Fino a metà degli anni Trenta, l’Italia era per lo Yemen il paese amico di riferimento. Di questo gli yemeniti ci sono ancora grati.

Un eroe di guerra e della diplomazia, a cavallo della seconda guerra mondiale, Amedeo Guillet, si erse a epitome della storia, avventurosa e per certi versi romantica, delle relazioni italo-yemenite. Un governatore coloniale, un medico antropologo, un grande archeologo, un grande poeta e cineasta, un grande scrittore italiano, lo sfortunato equipaggio del sommergibile Galileo Galilei, punteggiano la straordinaria e misconosciuta storia delle nostre relazioni con lo Yemen. Nel rispetto della verità storica, tutto viene raccontato con il registro di un romanzo.

Luogo in cui il passato ancestrale è attuale quanto la modernità, lo Yemen ricorda non solo al proprio popolo, ma a tutti i popoli, l’importanza irrinunciabile delle radici. A esso, nelle emozioni dell’autore, si contrappone Dubai, paese che – come altri in quella regione – ha abdicato alle proprie radici per una modernità vacua, vuota, fatta quasi esclusivamente di eccessi senza significato. Due aspetti, due tendenze del mondo che viviamo. Il “luogo”, unico, inconfondibile, riconoscibile in ogni angolo fisico o spirituale, contrapposto al “non-luogo”, identico a tanti altri, privo di segno, avulso da personalità, manchevole di anima.

Il libro spiega anche come l’Italia abbia avuto nella storia antica e moderna, ma anche nella contemporaneità, un ruolo nello Yemen che abbraccia le esplorazioni, i viaggi e i commerci, la politica, la cultura e tanto altro. Personaggi italiani di straordinaria levatura si sono fatti protagonisti dell’avventurosa storia dei rapporti fra Italia e Yemen. Ma molto di questo è poco o punto conosciuto in Italia, salvo fra coloro che se ne siano occupati professionalmente.

Sono tante le suggestioni e i temi di interesse che si troveranno in questo libro: l’importanza delle radici storiche, per lo Yemen come per tutto il mondo; il contributo peculiare e straordinario che l’antico Yemen ha dato alla nascita della civiltà umana; la meravigliosa avventura dello stabilimento delle relazioni diplomatiche con l’Italia e l’importanza che il nostro paese ha avuto, ancora fino a pochi anni fa, per lo Yemen; le imprese di grande valore storico, archeologico, scientifico e culturale compiute anche recentemente dall’Italia nel paese; le grandi risorse del popolo yemenita, risorse che auspicabilmente gli consentiranno di rinascere, come l’Araba Fenice, dalle devastazioni di un conflitto insensato.

Una guerra tormenta, infatti, ai nostri giorni lo Yemen. Una guerra imposta, ingiusta, inaccettabile. L’opera di Boffo intende essere una testimonianza a favore di quel popolo meraviglioso, manifestare la fiducia che ancora una volta, come l’Araba Fenice, lo Yemen risorga dalle proprie tragedie, e rendere giustizia alla memoria di tanti italiani la cui storia personale si è gloriosamente sposata con la storia dello Yemen.

Dopo i resoconti di Moravia e le descrizioni di Pasolini, ancora una volta la magia dello Yemen torna a risplendere in questo libro.

Redazione