Houthi, biglietto iraniano al Golfo

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YEMEN – Sanaa. 10/02/15. Dopo il colpo di stato Houti, il mondo si interroga sul suo futuro. Il ministro dell’informazione nel governo uscente professor Nadia Saqqaf ha spiegato, per esempio, le ragioni della partecipazione del generale Mahmoud Subaihi nel comitato di sicurezza formata dal gruppo Houthi, dopo l’annuncio della dichiarazione colpo di stato il venerdì sera. Fonte Yemen Ora.

Saqqaf ha spiegato che il generale Subaihi gli ha detto che ha deciso di partecipare al comitato di sicurezza, «al fine di servire la nazione e non stare a guardare in questi giorni difficili».
Le dichiarazioni da parte del ministro si sono rese importanti per porre fine alla polemica sul presunto rapimento del generale Subaihi da parte del gruppo Houthi.
Vale la pena ricordare che il gruppo Houthi dopo la dichiarazione che annuncia il colpo di stato, ha emanato un decreto che nomina il maggior generale Subaihi ministro della difesa, capo del Comitato supremo di sicurezza.
Ma a cercare di fare chiarezza si quanto stia avvenendo in Yemen la testata yemen-alaan.com che riporta un articolo di Khairallah Khairallah secondo cui la soluzione Houthi in Yemen era in elaborazione da oltre un decennio. «La soluzione Houthi» dice l’autore dell’articolo, con «il rilascio di una dichiarazione costituzionale, posiziona lo Stato e le sue istituzioni, o ciò che resta di loro, piuttosto. È una soluzione per la Camera dei rappresentanti, oramai ci sono decisioni che sono state adottate visto che il Consiglio era l’unica istituzione rimasta in cui si poteva legittimare ciò che il Consiglio di Presidenza emanava. Tale presidente di transizione, che potrebbe essere il presidente del Consiglio, può aiutare a trovare una transizione autentica attraverso equilibri interni delicati andando oltre la confusione vissuta da tutte le forze politiche, senza alcuna eccezione, nel paese negli ultimi tempi».
Secondo la testata il più grande perdente dallo scioglimento della Camera dei Rappresentanti è l’ex presidente Ali Abdullah Saleh, che ha guidato il partito (GPC), la maggior parte di esso. Ma ancora più rilevante è quanto dice l’autore dell’articolo poco più oltre: «Quello che è successo è in realtà un sequel naturale di marciare di “Ansar Allah” iniziata a Saada da più di dieci anni, con il primo tentativo di colpo di stato nei primi mesi del 2011 contro i Fratelli Musulmani».
Questo processo militare in realtà comincia nel 2004. Lo scorso settembre, gli Houthi hanno imposto con la forza un accordo «la pace e la collaborazione» benedetto le Nazioni Unite attraverso Jamal Benomar inviato personale del Segretario generale dell’Organizzazione Internazionale. La maggior parte dei partiti politici e le forze hanno anche firmato l’accordo, che ha di fatto minato l’iniziativa del Golfo e tutte le conseguenze del dialogo nazionale. Questo è accaduto, purtroppo, alla presenza del presidente uscente di transizione Abed Rabbo Mansour Hadi. Su una cosa il leader di “Ansar Allah” Abdul-Malik non ha mentito c’è «la legittimità rivoluzionaria» che sostituito la legittimità costituzionale. Semplicemente ora in Yemen c’è un nuovo sistema di governo, il ventunesimo, la «rivoluzione di settembre» che ha sostituito il sistema repubblicano, che ha avuto origine l’impatto della rivoluzione del «ventisei settembre» del 1962.
Secondo Khairallah Khairallah: «Abdul-Malik ha detto forte e chiaro che non vi è un ritorno al vecchio sistema. Si è dichiarato praticamente governatore in Yemen imam di Saada. Diventa e occupa il ruolo di “guida”, l’autorità suprema, come è il caso del sistema di “Repubblica islamica” in Iran». A portare gli Houti al comando diversi fattori: primo, sanno quello che vogliono. Vogliono ampliare inizialmente il territorio loro assegnato a seguito del dialogo nazionale in modo che abbiano uno sbocco al mare, individuato nel porto di Midi, governatorato di Hajjah roccaforte degli Zaidi. In Yemen, i Zaidi musulmani rappresentano il 30-40% della popolazione yemenita. “Ansar Allah” non ha trovato ostacoli nel controllo di Amran alle porte di Sanaa e ad espellere al-Ahmar, della tribù Hashid, compresi i leader e questo gli ha aperto il cammino verso la capitale.
Gli Houthi inoltre hanno beneficiato dei limiti o dell’assenza del desiderio del presidente ad interim di fermare i gruppo Houti Tmddhm, soprattutto Abed Rabbo Mansour si aspettava un logoramento reciproco tra loro e i loro oppositori, guidati dai Fratelli Musulmani. La sorpresa è stata il crollo totale delle brigate militari della Fratellanza Musulmana. La Brigata 310 è crollata ad Amran, lasciando anche qui campo libero all’avanzata Houthi. Anche nella costa Tihama e nella città di Hodeidah, principale porto dello Yemen, sul Mar Rosso ci sono ora gli Houthi. Ma questa espansione durerà poco secondo l’autre dell’articolo. Al momento l’avanzata si è fermata a Bab el Mandeb, nel sud capitale Taiz, e la provincia di Marib, d’altra parte. «La convinzione di “Ansar Allah”, e dietro di loro dell’Iran, è che raggiunti i progressi nel centro e nel sud possano ora puntare al controllo dello Yemen. Non rendendosi conto delle dimensioni dei primi istinti religiosi che hanno sollevato». Ora Abed Rabbo Mansour è agli arresti domiciliari, dopo essersi rifiutato di formare una copertura per il sequestro delle istituzioni statali nella capitale e la ristrutturazione delle forze armate e dei servizi di sicurezza. Era molto meglio secondo la testata se l’ex presidente avesse dato prima le dimissioni dopo la vittoria degli Houthi in Amran o dopo il pieno controllo di Sanaa da parte dei «comitati popolari» che altro non è che una milizia settaria come «Hezbollah» milizie del Libano o milizie partigiane in Iraq o «Hamas» milizie nella Striscia di Gaza.

Il destino dello Yemen è lontano dalla stabilizzazione anche se una certezza c’è e sta nelle parole pronunciate da Ali Abdullah Saleh quando ha detto in una conversazione con un suo amico: «Il Nord non può governare tutto lo Yemen». Tra le difficoltà che si troveranno ad affrontare gli Houti imporre il loro credo in Yemen e ancora sarà capace l’Iran di investire in affiliati statali nella capitale Sanaa. Sarà capace di far nasce un secondo esperimento “Gaza” in Yemen? Che farà l’Arabia Saudita che ora di trova gli Houti di fronte a casa?
L’unica cosa certa è che l’Iran vuole registrare un punto a suo favore in Yemen. Questa è la sua lettera indirizzata al popolo del Golfo e gli Stati Uniti.