VENEZUELA. Mentre Maduro incastra Guaido per evasione fiscale, Mosca e Washington muovono i loro pedoni

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Il leader dell’opposizione Juan Guaido ha ricevuto, il 28 marzo, la massima pena prevista per una serie di discrepanze finanziarie fra il reddito dichiarato e le spese effettuate. L’ente di controllo fiscale ha dichiarato che a Guaido è stato vietato di ricoprire cariche pubbliche per 15 anni; Guaido ha fatto più di 91 viaggi fuori dal paese spendendo circa 520 milioni di bolivar.

Stando a quanto riporta Sputnik, la pena segue una revisione della dichiarazione fiscale di Guaido avviata dal Dipartimento Generale di Controllo Venezuelano a febbraio. L’indagine è stata fatta in relazione ai sospetti che il leader dell’opposizione, che si è proclamato presidente del Venezuela a gennaio, abbia nascosto o falsificato i dati in essa contenuti, e abbia anche ricevuto denaro da strutture internazionali e nazionali senza fornire alcuna giustificazione.

Nella stessa giornata, riporta Cbnc, Il leader dell’opposizione del Venezuela ha esortato i sostenitori a generis pronti alla “botta finale” per cacciare il presidente Nicolas Maduro, invitando i suoi seguaci a scendere in piazza per protestare contro le interruzioni di corrente a livello nazionale.

Guaido ha avuto la conferma dell’appoggio ufficiale di Donald Trump, alla luce degli ultimi sviluppi internazionali che vedono Mosca al centro. Accanto alla moglie del leader venezuelano, Trump ha detto che la Russia «deve uscire» dal Venezuela, aggiungendo che «tutte le opzioni erano sul tavolo per rimuovere i soldati russi». Trump, dallo Studio Ovale, insieme a Fabiana Rosales, ha detto a Rosales che gli Stati Uniti erano «al 100%» con l’opposizione del Venezuela.

Nel momento in cui Guaido chiede proteste contro Maduro in Venezuela, Rosales sta cercando di raccogliere il sostegno internazionale con tour nei paesi vicini. Altro avvertimento a Mosca per la presenza dei suoi uomini arriva dal Brasile. Il ministro degli esteri brasiliano, Ernesto Araujo, ha dichiarato che i militari russi dovrebbero lasciare il Venezuela se «sostenessero» il presidente Nicolas Maduro, riporta Sputnik.

La risposta di Mosca non si è fatta attendere. Gli Stati Uniti hanno avuto carta bianca dai Paesi Bassi per usare l’isola di Curacao, che fa parte del regno, come trampolino di lancio per un intervento in Venezuela, ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, riporta la Tass.

«Abbiamo preso atto dell’accordo firmato tra i Paesi Bassi e gli Stati Uniti sull’utilizzo delle infrastrutture dell’isola di Curacao per le forniture umanitarie al Venezuela (…)  A prima vista questo accordo si limita ad aprire l’accesso dei funzionari statunitensi alle infrastrutture di Curacao esclusivamente per la fornitura di aiuti umanitari, ma, come si è scoperto, questo accordo non esclude la possibilità di utilizzare oltre che mezzi civili anche altri mezzi per consegnali. Di che tipo? Chiaramente, militari (…)  Nel contesto della realtà attuale, l’Aia ha infatti dato agli americani la possibilità di usare la sua ex colonia come trampolino di lancio per un intervento aggressivo negli affari del Venezuela sotto la copertura di slogan umanitari (…) Speriamo che le autorità di Curacao non permettano che il territorio dell’isola sia utilizzato come trampolino di lancio per un’altra avventura occidentale in grado di destabilizzare la situazione nella regione» ha dichiarato Zakharova. 

Graziella Giangiulio