VENEZUELA. Il prezzo del petrolio si alza grazie a Caracas

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Sempre più cupe le previsioni per la produzione petrolifera del Venezuela; e poiché il 95% delle entrate delle esportazioni venezuelane proviene dal petrolio, la crisi è sempre più profonda per l’industria petrolifera e per tutto il paese nel suo complesso.

Nel Rapporto Mensile sul Mercato Petrolifero pubblicato dall’Opec, si afferma che la produzione del Venezuela è diminuita di 55.000 barili al giorno nel mese di marzo, attestandosi a 1.488 milioni di barili al giorno. Secondo il rapporto, la produzione dichiarata dal governo del Venezuela è diminuita di oltre 77.000 bpd, passando dai 1.586 milioni bpd di febbraio a 1.509 milioni bpd di marzo. Comunque si vogliano leggere i dati, la produzione petrolifera del Venezuela è diminuita tra 100.000 e i 200.000 barili al giorno, riporta OilPrice.

Questo calo di produzione, previsto, atteso e quasi certo, è destinato a sostenere l’aumento del prezzo del petrolio, anche se gli Stati Uniti continuano a compensare gran parte del buco di produzione, incrementando la propria produzione da 10,3 milioni di bpd di inizio marzo a 10,525 milioni di bpd di inizio aprile. Sulla carta, il Venezuela vanta riserve provate di 301 miliardi di barili, anche se questa cifra contiene probabilmente petrolio che non può essere estratto, e gran parte di esso è di una varietà pesante che richiede trattamenti con diluenti per essere pompato e fatto passare attraverso gli oleodotti.

È improbabile, prosegue OilPrice, che il Venezuela esca da questa spirale. Secondo S&P Global Platts, infatti, la posizione del Venezuela è destinata a peggiorare e le raffinerie venezuelane dovrebbero chiudere a causa del persistere di una carenza di greggio e di investimenti insufficienti. Secondo i dati di S&P Global Platts, il Venezuela, grazie al suo slittamento della produzione, è il solo membro più conforme dell’Opec, con il 248%, ed è una delle fonti secondarie dell’Opec per i dati di approvvigionamento.

Graziella Giangiulio