VENEZUELA. I servizi arrestano 7 oppositori e il parlamento procede all’impeachment di Maduro

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I servizi segreti venezuelani, Sebin, hanno arrestato la sera del 16 aprile, sette leader dell’opposizione in Venezuela, poche ore prima della votazione per avviare le procedure di impeachment contro il capo dello Stato Nicolas Maduro.

La votazione del 17 aprile è stata poi approvata dall’Assemblea nazionale controllata dall’opposizione, l’unica struttura venezuelana riconosciuta dagli Stati Uniti e dalla comunità internazionale. L’opposizione ha ottenuto 105 voti. Ne servivano solo 84. La camera legislativa è dominata dall’opposizione con una maggioranza qualificata di 112 seggi, più di tre terzi di tutti i seggi, il primo caso nella storia parlamentare del Venezuela, riporta Laht.

Il centro di Caracas è stato militarizzato, con una forte presenza di personale e mezzi, in particolare i dintorni del palazzo presidenziale di Miraflores e l’Assemblea Nazionale, che si trova a soli quattro isolati di distanza l’uno dall’altro. I jet volavano sopra la testa, Twitter, il mezzo di comunicazione preferiti dall’opposizione, è stato oscurato.

In passato, simili blocchi hanno preceduto attacchi fisici contro i legislatori. Attacchi che hanno comportato sanzioni contro il regime di Maduro da parte del Canada, dell’Unione europea e di altri paesi. Alla stampa non è stato permesso di entrare all’interno del palazzo legislativo, secondo il presidente dell’Assemblea nazionale, Omar Barboza. Piccoli gruppi di sostenitori dell’opposizione sono stati visti in ogni angolo della strada, nonostante la massiccia presenza militare.

Tutti i sette uomini arrestati si trovavano nella casa di Vasco Da Costa, importante oppositore politico da poco rilasciato, riporta il più importante quotidiano venezuelano El Nacional. Secondo la legge venezuelana, Da Costa avrebbe violato, così, il suo rilascio condizionale ospitando un incontro così grande.

Durante gli arresti, il Procuratore Generale designato dal regime di Maduro, Tarek William Saab, ha detto che il voto dell’Assemblea Nazionale non solo manca di validità ma «non esiste nemmeno». Il regime non riconosce l’Assemblea, avendo invece costituito l’anno scorso una propria Assemblea costituente lealista, una mossa che ha innescato una diffusa ondata di sanzioni contro Maduro e altri 77 suoi sodali, tra cui lo stesso Saab, che fa parte del gruppo di alti funzionari sanzionati da ogni Paese che ha adottato simili misure.

Graziella Giangiulio