VENEZUELA. Finisce la luna di miele Maduro-Trump

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Non è durata neanche un mese la luna di miele “non dichiarata” tra Donald Trump e Nicolas Maduro, da quando il 13 febbraio, il presidente Usa si è lanciato contro il vicepresidente venezuelano, Tarek El Aissami, fedelissimo di Maduro, includendo nella lista Usa dei narcotrafficanti.

Secondo quanto riportano Efe e El Diario de Caracas, Nicolas Maduro ha detto che il suo governo chiederà agli Stati Uniti di ritrattare le accuse di traffico di droga proposti contro El Aissami (nella foto).

«Ho ordinato al ministro degli Esteri della Repubblica, Delcy Rodriguez, di chiamare l’incaricato d’affari in Venezuela degli Stati Uniti per dargli una nota di protesta, domandargli spiegazioni e chiedere di ritrattare queste accuse», ha detto Maduro, con El Aissami al suo fianco in un programma televisivo e radiofonico trasmesso da tutti i canali del paese.

Il presidente ha descritto le accuse: «una decisione illegale, inaudita e infame» e «un atto di aggressione a cui il Venezuela risponderà passo dopo passo in modo energico ed equilibrato». Maduro ha chiesto che «gli Usa pubblicamente chiedano scusa al nostro vice presidente esecutivo (…) intendono calunniare un uomo che, come ministro degli interni, è stato il migliore».

Il capo dello Stato venezuelano ha detto che quando El Aissami era a capo del ministero dell’Interno e della Giustizia, tra il 2008 e il 2012, «il Venezuela ha inferto i colpi più duri che i signori della droga abbiano mai ricevuto».

Ha poi detto che mentre El Aissami era ministro, 102 boss della droga sono stati catturati e 21 di loro sono stati estradati verso gli Stati Uniti; El Aissami ha ricevuto le «congratulazioni da parte del governo» Usa, fatto documentato, in modo che, ha aggiunto, le recenti accuse sembrano essere «la vendetta dei trafficanti di droga».

«Il Venezuela attiverà tutti i meccanismi giuridici, politici, diplomatici, nazionali e internazionali per distruggere questa infamia», ha aggiunto Maduro.

«È accusato di essere un terrorista e un trafficante di droga, ma i terroristi, coloro che hanno finanziato il terrorismo in tutto il mondo per distruggere la Siria, l’Iraq e la Libia, sono negli Stati Uniti, al potere, e i trafficanti di droga hanno le loro ricchezze nei conti bancari negli Stati Uniti», ha detto il presidente venezuelano.

Graziella Giangiulio