VENEZUELA. Code chilometriche per colpa della nuova moneta

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Mentre il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha introdotto una serie di cambiamenti valutari, i cittadini hanno visto aggravarsi la già difficile situazione per una serie di blocchi con i nuovi sistemi finanziari alle pompe di benzina.

Secondo quanti riporta Ccn, lunghe code sono state segnalate nelle stazioni di servizio dove i conducenti non sono stati in grado di utilizzare i sistemi di pagamento per l’acquisto di carburante, difficoltà che si sono aggiunte tragicamente ai problemi infrastrutturali causati dall’iperinflazione, che hanno generato caos nella sanità e diffusa carestia. I sistemi POS “rinnovati” delle stazioni di servizio non sono stati ancora installati o non funzionano.

I nuovi sistemi POS wireless richiedono un nuovo Carnet de Patria per l’acquisto di carburante da parte dei cittadini. Questa carta viene poi utilizzata per tenere traccia dei sussidi governativi per la benzina. Senza il Carnet de Patria i cittadini pagheranno i prezzi internazionali del carburante, senza sussidi. 

Maduro ha annunciato una serie di piani per aumentare i prezzi interni del gas del paese portandoli ai prezzi internazionali entro il mese di ottobre. Il Carnet de Patria fornisce sussidi immediati ai cittadini per compensare i costi più elevati. Il sistema è stato anche pubblicizzato come un modo per prevenire il contrabbando di benzina.

Il nuovo sistema è di fatto un altro metodo per riempire le esili riserve di liquidità del governo: storicamente il Venezuela ha visto accadere disordini ogni volta che i prezzi del gas sono aumentati.

Il Petro, lanciato in maniera definitiva con le nuove misure finanziarie della scorsa settimana, a garanzia delle stesse, sta cominciando mostrare le prime crepe, a causa della mancanza di comunicazioni tra gli enti di stato e la fretta che ha caratterizzato l’operazione. Si ricorda che la criptomoneta di stato venezuelana, il Petro appunto, è un progetto di lunga data risalente alla fine del 2017 pensato per invertire le spinte iperinflazionistiche.

Purtroppo, senza una fine a breve della spirale inflazionistica e con il rigido intervento del governo, i venezuelani stanno fuggendo dal paese, dando vita ad una vera crisi umanitaria per l’America Latina, paragonata da molti a quella che si vive nel Mediterraneo. Con l’aumento della carestia, la fame e le malattie che cominciano a colpire il paese, con il crollo delle infrastrutture, i problemi con il nuovo sistema di pagamento imposto dal governo non fanno che aggravare la frustrazione di quanti hanno deciso di restare, fino ad ora.

Graziella Giangiulio