USA. Qatar Airways e Etihad applicano il bando Trump

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Doha Qatar Airways e Etihad Airways hanno detto che faranno rispettare le nuove norme che regolano l’ingresso negli Stati Uniti a seguito dell’ordine temporaneo del presidente Donald Trump di limitare gli arrivi da sette paesi musulmani.

Un portavoce di Qatar Airways ha detto che il vettore avrebbe accettato verso gli Stati Uniti d’America solo i passeggeri che avranno ricevuto la documentazione corretta.

«Dobbiamo far rispettare le nuove regole», ha detto Qatar Airways «Se i viaggiatori verso gli Stati Uniti non hanno la documentazione adeguata, non abbiamo intenzione di portarli negli Stati Uniti».

La notizia delle due compagnie aeree arriva dopo la decisione di Trump di imporre nuovi duri controlli sui viaggiatori provenienti da Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen.

Etuhad Airways, compagnia di Abu Dhabi, ha detto che applicherà le restrizioni sulle sue rotte degli Stati Uniti «con effetto immediato».

I cittadini dei paesi colpiti dal bando dovranno avere una valida carta di residenza permanente degli Stati Uniti, conosciuta come la “Green Card” o un visto diplomatico per viaggiare, si legge in una dichiarazione di Etihad.

Qatar Airways ha anche pubblicato un “avviso di viaggio” on-line, elencando i documenti richiesti per i cittadini dei sette paesi; tra questi ci sono la “Green Card” e i visti governativi e diplomatici.

Sia Qatar Airways che Etihad Airways fanno tratte con New York, Chicago, Los Angeles, San Francisco, Washington D.C. e Dallas. Il vettore del Qatar vola anche verso altre nove destinazioni negli Stati Uniti, tra cui Atlanta.

Il presidente degli Stati Uniti appena insediatosi ha firmato un ordine esecutivo con cui ha fatto sospendere gli arrivi di rifugiati e ha imposto controlli pesanti sui viaggiatori provenienti da sette paesi.

L’ordine esecutivo, secondo Trump fa parte di un piano per tenere fuori dagli Usa i «terroristi islamici radicali» ha detto il presidente. Trump ha anche stabilito, riporta il New York Times, un test religioso per i rifugiati delle nazioni musulmane.

L’ordine esecutivo, tra l’altro, ha bloccato l’ingresso dei rifugiati negli Stati Uniti per 120 giorni e indica ai funzionari di effettuare ulteriori accertamenti «per garantire che quelli approvati per l’ammissione come rifugiati non rappresentino una minaccia per la sicurezza e il benessere degli Stati Uniti».

L’ordine blocca anche l’ammissione dei rifugiati dalla Siria a tempo indeterminato, e proibisce, come noto, l’ingresso negli Stati Uniti per 90 giorni a quelli provenienti da sette paesi a maggioranza musulmana: l’Iraq, la Siria, l’Iran, il Sudan, la Libia, la Somalia e lo Yemen.

Luigi Medici