Una Cina sana nel 2030

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di Lucia Giannini  CINA – Pechino 28/10/2016. La  salute del popolo cinese andrà a migliorare fino ad arrivare allo stesso livello dei paesi ad alto reddito entro il 2030, secondo un piano rilasciato dal governo centrale cinese.

Il progetto, riporta China Daily, è stato pubblicato dal Consiglio di Stato, prevede la costruzione di una “Cina sana” con una serie di obiettivi elencati da raggiungere entro il 2030, tra cui spiccano un’aspettativa di vita più lunga, tassi di mortalità abbassati e una vita più sana.

Tutti i dipartimenti del governo centrale e le amministrazioni locali sono tenuti ad attuare il piano e saranno responsabili del suo rispetto, secondo un comunicato uscito il 26 ottobre della Commissione nazionale salute e pianificazione familiare. L’aspettativa di vita media per un cinese dovrebbe raggiungere i 79 anni, oltre due anni in più rispetto agli standard fissato nel 2015; il tasso di morte prematura per le persone con gravi malattie come il cancro dovrà essere ridotto. La spesa individuale per la sanità sarà ridotta a circa il 25 per cento della spesa sanitaria totale della Cina, dall’attuale 29 per cento; il governo creerà programmi strategici nazionali in materia di prevenzione e controllo delle malattie croniche come il cancro e l’ictus, una grave minaccia per la salute dei cinesi, e dovrà migliorare i servizi per gruppi chiave, come le donne in stato interessante, gli anziani e i disabili, riporta il piano.

La Cina continuerà inoltre a promuovere la parità di accesso ai servizi sanitari e a dare maggiore sostegno alle aree impoverite del paese, soprattutto nelle parti centrali e occidentali della Cina, per migliorare l’assistenza sanitaria ai meno abbienti.
In Cina, l’incidenza di malattie come il cancro, il diabete e l’ipertensione è in rapido aumento; anche se il governo oggi investe molto in cure mediche, la maggior parte viene spesa per il trattamento della malattia piuttosto che per la prevenzione: più di 260 milioni di persone in Cina soffrono di malattie croniche, che causano il 85 per cento di tutti i decessi nel paese, secondo i dati della Commissione nazionale salute e pianificazione familiare.