Kiev abbandona la neutralità

262

UCRAINA – Kiev 23/12/2014. L’Ucraina non è più un paese neutrale.

Il 23 dicembre, un ampio voto parlamentare ha approvato un disegno di legge che prevede la fine del non allineamento dell’Ucraina. Il presidente Petro Poroshenko aveva promesso di porre l’Ucraina sotto la protezione militare occidentale dopo aver vinto le elezioni: «La lotta dell’Ucraina per la sua indipendenza, la sua integrità territoriale e la sua sovranità si è trasformata in un fattore decisivo nei nostri rapporti con il mondo», ha detto Poroshenko agli ambasciatori stranieri a Kiev il 22 dicembre. L’Ucraina era divenuta neutrale sotto una forte pressione russa nel 2010; in precedenza Kiev aveva chiesto di aderire alla Nato, un iter mai iniziato. Mosca aveva fissato come punto fermo l’esclusione di Kiev da tutti i blocchi militari come condizione per qualsiasi accordo teso a porre fine alla rivolta filo-russa nell’Ucraina orientale. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov aveva chiesto che Kiev «ponesse fine al confronto» e fermasse l’adozione di misure «assolutamente controproducenti» che avrebbero attizzato le tensioni tra le due parti. Il primo ministro Dmitry Medvedev aveva detto senza mezzi termini che «in sostanza, una domanda di adesione alla Nato trasformerà l’Ucraina in un potenziale avversario militare della Russia». Medvedev aveva avvertito, in un post di Facebook, che l’abbandono della neutralità da parte dell’Ucraina e le nuove sanzioni Usa firmate in precedenza «avranno entrambe conseguenze molto negative cui il nostro paese saprà rispondere». Forse la minaccia più immediata sarà quella dell’interruzione dei colloqui di pace a Minsk che Poroshenko ha annunciato il 22 dicembre.