L’ONU in Donbas con ampio mandato

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UCRAINA – kiev 01/06/2015. Sono in discussione non solo una missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, ma anche una presenza diversa delle Nazioni Unite nel Donbas, afferma il vice ministro degli Esteri per le organizzazioni internazionali Serhiy Kyslytsia in un’intervista a Voice of America.

«I negoziati sono in corso, nonostante le dichiarazioni fatte da Mosca. La questione non è chiusa alle Nazioni Unite, a partire da oggi. I colloqui si svolgono a tutti i livelli, a livello del presidente, al livello del ministro degli affari esteri. Ci sarà anche un incontro dedicato presso la sede delle Nazioni Unite. Inoltre, dobbiamo discutere altre forme di presenza delle Nazioni Unite in Ucraina tese a rafforzare l’assistenza nella soluzione dei problemi emersi a causa della guerra con la Russia», ha detto Kyslytsia. Il processo di negoziazione continuerebbe nonostante gli ostacoli creati dalla Russia, riporta l’agenzia Unian. «Anche in linea con gli scenari ideali del dispiegamento della missione, anche quando non c’è il consenso di tutti i membri del Consiglio di Sicurezza, è una questione di almeno sei mesi. Al momento, siamo nel nostro secondo mese di negoziati con le Nazioni Unite», ha poi aggiunto. Kyslytsia è pessimista circa la possibilità del cosiddetto “scenario coreano”, eventualità da considerare perché l’Assemblea generale delle Nazioni Unite è in grado di prendere una decisione bypassando il Consiglio di sicurezza. «A mio parere, esiste solo in manuali delle Nazioni Unite. In realtà, anche se l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una decisione del genere, non potrebbe annullare la Carta delle Nazioni Unite, in base alla quale le decisioni prese dal Consiglio di Sicurezza sono vincolanti, mentre le decisioni prese dall’Assemblea Generale sono raccomandazioni», ha commentato. Kyslytsia ha anche detto che il mandato della missione Osce comprende anche la Crimea: «Solo il Commissario per i diritti umani è riuscito a visitare la Crimea. Purtroppo, anche tutte le altre iniziative e gli sforzi di altre organizzazioni per andare in Crimea hanno fallito. La Russia non può accettare la posizione dell’Osce, delle Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa, che non hanno riconosciuto, non riconoscono e non riconosceranno l’occupazione della Crimea. Questo è uno dei motivi per cui il Cremlino non lascia entrare rappresentanti delle organizzazioni internazionali in Crimea».