Il Turismo dei Borghi e la globalizzazione

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ITALIA – Roma, 22/08/2016. L’estate 2016 è stata caratterizzata, secondo quanto riportato dai principali organi di stampa, da una forte volontà della popolazione italiana di visitare i borghi nostrani, e di partecipare alle funzioni rievocative storiche, arricchite dalle caratteristiche sagre enogastronomiche.

Sicuramente, una parte di orgoglio nazionale per la nostra cultura, e per la nostra abilità in cucina, le cui materie prime sono tali anche in quanto a biodiversità degli alimenti (il cui primato è, assolutamente, italiano).
Ecco dunque che la settimana di ferragosto è stata caratterizzata, da nord a sud, dalle sfilate dei santi, da cittadini in abiti d’epoca, da preparazione di piatti tipici, anche in strada.
Ma è tutto vero?
Escludendo i viaggi verso l’estero, o dall’estero verso l’Italia, si stima che circa 30 milioni di persone abbiano popolato le feste “dei borghi”.
Bisognerà notare, tuttavia, che nonostante la concentrazione delle cittadinanza italiana sulle città più grandi, la somma effettiva della popolazione ufficialmente residente nelle metropoli di maggior rilievo non supera i 15 milioni di abitanti, su circa 60 milioni di cittadini italiani complessivi.
Dunque, analizzando i dati secondo punti di vista differenti, è possibile considerare il fatto che circa 30 milioni di persone non si sono – di fatto – spostate dal proprio luogo di abitazione, o comunque dalle proprie vicinanze.
Oppure, se effettivamente le città si sono “svuotate”, allora è possibile che il numero dei residenti effettivi delle stesse metropoli non coincida affatto con quelli ufficiali. Roma capitale ad esempio dovrebbe avere una popolazione di circa 3,5 milioni di residenti. Eppure la presenza in città è mediamente di circa 6 milioni di persone, per lavoro, studio o transito (il che, ovviamente, determina le ovvie problematiche sull’erogazione dei servizi, tarati praticamente per il 50% delle persone).
Quindi, i primi dati sul turismo estivo dovrebbero in qualche modo portare ad ulteriori considerazioni, in particolare sugli effetti della crisi, ancora presenti su intere fasce di popolazione, oltre che sulla forbice economica che si è creata fra queste ed altri “strati sociali”.
Resta poi l’immagine delle sfilate dei santi. In ogni processione, la presenza del sindaco a fianco della figura religiosa di riferimento permane uno dei capisaldi della rievocazione. Come nelle maggiori piazze d’Italia: il Comune di fronte alla Chiesa. I due poteri dunque, simbolicamente uno di fronte all’altro, o meglio, come nelle processioni, a fianco.
Può questa Italia comprendere le motivazioni degli scenari internazionali di guerra? Come è possibile che si confronti con il fenomeno della globalizzazione? Come gestire i flussi migratori delle persone che fuggono dalla disperazione?
Naturale dunque che l’argomento in voga riguardi l’uso del “burkini” in spiaggia. Siamo certi che tale limitazione della libertà individuale possa rappresentare una soluzione ad una delle domande precedenti?
Una persona affetta da dermatite interamente vestita di bianco potrà fare una passeggiata al mare o verrà considerata estremista?