Turchia e Ue ai ferri corti

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TURCHIA – Ankara 19/6/13. Il ministro della Giustizia turco Sadullah Ergin ha annullato la sua presenza alle prossime sedute del Parlamento europeo e della Commissione europea di Bruxelles; d’altra parte, una delegazione del parlamento europeo ha annullato un viaggio programmato in Turchia, dopo le divergenti posizioni sulla gestione delle proteste di piazza Taksim, ad Istanbul.

Dopo l’adozione del Parlamento europeo di una risoluzione di condanna della dura repressione, i rapporti tra Unione europea e governo turco sono divenuti più tesi. Il ministro Ergin avrebbe dovuto incontrare la commissione parlamentare per gli affari esteri (Afet) sulla riforma della giustizia in Turchia. Il primo ministro Recep Tayyip Erdogan aveva già detto di non riconoscere l’europarlamento e che la Turchia non avrebbe riconosciuto una risoluzione critica da parte di esso definendo la decisione «inaccettabile e unilaterale». Dopo la mossa di Ankara, una delegazione dell’Unione europea composta da 13 parlamentari ha annullato una visita ad Ankara, prevista per il 19-20 giugno. La delegazione Afet avrebbe dovuto tenere colloqui ad Ankara e nella provincia sudorientale di Diyarbakir, parte della soluzione della questione curda della Turchia. Inoltre, i membri della Commissione parlamentare turca dei diritti umani, che stavano avendo colloqui con i funzionari europei in Belgio, sono stati richiamati. I membri del sottocomitato avrebbero dovuto discutere gli aspetti giuridici della libertà di stampa in Turchia. L’aumento della tensione tra Turchia e Ue minaccia anche una prossima riunione parlamentare mista Ue – Turchia. L’incontro, previsto per il 27-28 giugno, potrebbe non esserci poiché molti deputati dell’Akp non sarebbero inclini a partecipare alla riunione, secondo i media turchi. Anche l’Osce ha avvertito Ankara che i recenti arresti e le intimidazioni nei confronti di giornalisti mettono in pericolo la libertà di espressione. Reporter senza frontiere ha condannato gli arresti di giornalisti e la violenza crescente contro i giornalisti che hanno coperto le manifestazioni in Turchia.