TURCHIA. Erdogan spara i suoi S400 e abbatte la Lira

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La lira turca è scesa a un minimo storico giovedì scorso dopo che la banca centrale ha inaspettatamente tenuto in sospeso il suo tasso di interesse di riferimento, aumentando la pressione sulla valuta già sotto assedio, mentre gli investitori già preoccupati per i rischi politici continuano ad uscire dai suoi mercati.

La lira è scesa fino al 2,1% rispetto al dollaro al 7,98, altro minimo storico per una valuta che quest’anno ha perso circa un quarto del suo valore, dopo che il comitato di politica monetaria della banca ha annunciato la sua decisione. Si è stabilizzata a 7,93 nel corso delle successive negoziazioni, riporta Al Monitor. Secondo Bloomberg, gli economisti avevano previsto che i politici avrebbero aumentato il tasso repo principale di una settimana di 175 punti base. La banca lo ha invece mantenuto al 10,25%, ben al di sotto dell’inflazione che ufficialmente si attesta all’11,75%. Ciò significa che gli investitori possono aspettarsi un ritorno negativo sugli asset in lire a causa dell’inflazione.

La banca ha alzato la fascia superiore del suo corridoio dei tassi d’interesse nel tentativo di ridurre la liquidità, ma il suo utilizzo di misure così complesse scoraggia gli investitori a causa della sua opacità. La mossa è apparsa un’inversione di tendenza rispetto al mese scorso, quando per la prima volta dal 2018 ha aumentato i tassi di 200 punti base.

Il Presidente Recep Tayyip Erdogan ha fatto pressione sulla banca centrale affinché mantenga bassi i tassi d’interesse per incoraggiare l’erogazione di prestiti e rilanciare l’economia. Erdogan ritiene che l’aumento dei tassi di interesse causi inflazione, mentre la maggior parte degli economisti condivide l’opinione opposta, e ha licenziato il precedente governatore della banca centrale per aver rifiutato di tagliare i tassi di interesse.

Secondo il rapporto biennale della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, dal mese di agosto la banca ha adottato misure per sostenere la lira e rallentare la rapida crescita del credito, che è cresciuta del 25% nel primo semestre dell’anno.

I prestiti a basso costo sono stati la spinta principale della spinta del governo a mantenere a galla l’economia attraverso la pandemia del coronavirus, che ha causato una contrazione del 10% del prodotto interno lordo nel secondo trimestre.

La Turchia ha speso 10 miliardi di dollari delle sue riserve solo da luglio per cercare di sostenere la lira. Le preoccupazioni per il deficit delle partite correnti della Turchia, che in agosto ha raggiunto i 4,61 miliardi di dollari, e le altre passività esterne hanno allontanato gli investitori stranieri, che quest’anno, secondo Bloomberg, hanno venduto 13,4 miliardi di dollari netti di azioni e obbligazioni turche.

Anche la geopolitica pesa sulla lira: l’esercito turco avrebbe testato l’S400 la scorsa settimana. L’amministrazione statunitense ha bloccato le sanzioni che il Congresso si è impegnato ad imporre dopo che la Turchia ha acquisito i missili russi l’anno scorso. La prospettiva dell’elezione di Joe Biden, che è in testa nei sondaggi d’opinione in vista del voto presidenziale del 3 novembre, potrebbe aumentare le probabilità che la Turchia possa essere ora sanzionata, colpendo la sua fragile economia.

Lucia Giannini