Sud della Tunisia a rischio fallimento

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TUNISIA – Tunisi. 11/02/15. Uno sciopero generale ha paralizzato il sud della Tunisia ieri in risposta alla violenza della polizia che ha visto morire un manifestante domenica a Dehiba. Fonte Jeune Afrique

La stragrande maggioranza di negozi e uffici nella regione di Tataouine, nel sud della Tunisia è rimasto chiuso ieri 10 febbraio a seguito dello sciopero voluto dai sindacati, fonte Unione Regionale del Lavoro. Dehiba la seconda porta più importante verso la Libia dopo la Ras Jadir. Gli scontri nascono per più motivi, da un lato il contrabbando del carburante, dall’altra per la mancanza di lavoro. Oltre a un’indagine l’uso eccessivo della forza da parte della polizia durante le proteste, i sindacati chiedono infatti,la creazione di posti di lavoro; la rimozione dalla Tunisia delle exit tax imposte sugli stranieri non residenti in materia di scambi tra la Libia e la Tunisia dallo scorso ottobre; un maggior controllo alle frontiere per il trasporto merci. Hanno anche chiesto che i funzionari di governo vadano in visita “di emergenza” sul posto. La Tunisia meridionale, che vive in gran parte di vari scambi con la Libia, ha detto che è stata trascurata per decenni da parte delle autorità. Oggi Il governo ha inviato due ministri nel sud del paese, il ministro delle Finanze, Slim Chaker, e il ministro dello Sviluppo degli investimenti e della cooperazione internazionale, Yassine Brahim. «Il Consiglio dei Ministri ha incaricato i ministri a visitare il sito per controllare la situazione e le esigenze sociali», ha detto il manager della comunicazione, Mofdi Mseddi. Inoltre, i due ministri si incontreranno con «attori chiave, della società civile», ha aggiunto. Il governo ha indicato anche la sospensione della tassa di 30 dinari, pari a € 13,7, imposto stranieri non residenti. Secondo un rapporto pubblicato dalla Banca Mondiale nel 2013, il commercio informale con la Libia o l’Algeria alla Tunisia è costato almeno 1,2 miliardi di dinari, o circa 600 milioni di euro.