Nuove proteste della polizia a Tunisi

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TUNISIA – Tunisi 25/02/2015. Diverse migliaia di poliziotti tunisini hanno protestato davanti all’ufficio del primo ministro il 25 febbraio, chiedendo aumenti di stipendio e migliori condizioni di lavoro, di fronte alla crescente minaccia jihadista che prende di mira le forze di polizia.

Con slogan come “Vattene” e “Dacci i nostri diritti”, i manifestanti si sono assembrati presso la residenza del premier nella seconda manifestazione della polizia contro il primo ministro Habib Essid il cui governo stava già cercando di placare le tensioni dopo gli scontri sempre con la polizia avvenuti a gennaio 2016, riporta Daily Star. «Siamo venuti una seconda volta perché il governo non vuole capire. Chiediamo il rispetto dei nostri diritti, e migliori riconoscimenti economici per i rischi che affrontiamo», ha detto alla Reuters, il segretario generale del sindacato di polizia Chokri Hamada. Fin dalla rivolta del 2011, la Tunisia è stata vista come un modello di transizione democratica fatto con elezioni libere e una nuova costituzione, ma il suo progresso economico a partire dalla riforma della spesa pubblica, dalla riduzione del deficit e dalla creazione di posti di lavoro è rimasto al palo. Il governo Essersi ora deve affrontare sfide più ampie, tra le quali una scissione nel partito di governo, Nidaa Tounes, una minaccia sempre crescente dei militanti islamici, un’economia debole e l’esplosione, a gennaio, di gravi tensioni sociali tra i giovani che lamentavano carenza di posti e opportunità di lavoro. Il tasso di disoccupazione era pari al 15,3 per cento nel 2015, rispetto al 12 per cento nel 2010, proprio a causa di crescita debole e minori investimenti.
A gennaio 2016, migliaia di giovani sono scesi in strada dopo che un disoccupato si era suicidato dopo che gli era stato rifiutato un posto di lavoro. La morte del giovane ha suscitato proteste e disordini in tutto il paese fino a quando il governo non ha dichiarato il coprifuoco in tutta la nazione. Daesh, inoltre, si sta facendo strada in Tunisia, ha fatto due attentati importanti nel 2015 in un albergo a Sousse e in un museo a Tunisi, rivolti contro i turisti stranieri, proprio per colpire l’industria del turismo, fonte importante di posti di lavoro e di reddito. A gennaio, dopo gli scontri, la Francia, ex potenza coloniale della Tunisia, si era impegnata a donare 1 miliardo di euro in cinque anni per aiutare la Tunisia nella sua transizione verso la democrazia.