TUNISIA. Nessuna forza straniera sarà ammessa per andare in Libia

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Il ministro della Difesa tunisino Imad Al-Hazqi ha confermato che non ci sono forze straniere in Tunisia e che il suo Paese non permetterà a nessuna potenza straniera di risiedere nel suo territorio.

In una dichiarazione a margine di un’audizione del Comitato di Sicurezza e Difesa dell’Assemblea del Popolo, Al-Hazqi ha annunciato che non ci sono basi militari straniere nel Paese, sottolineando che «la Tunisia controllava e controlla tuttora le sue terre, i mari e lo spazio aereo, e non permetterà a nessuna forza straniera di essere presente sul suo territorio», riporta Memo.

Il ministro della Difesa ha chiarito che la Tunisia aveva in precedenza respinto e si rifiuta ancora di utilizzare il suo territorio per condurre operazioni militari o per stabilire unità e basi militari straniere. Di fatto era stata Ankara a chiedere la possibilità far transitare i jihadisti siriani che dovevano recarsi il Libia, in arrivo, via aereo, dal suo territorio, per unirsi alle forze del Gna. 

Al-Hazqi ha aggiunto che la posizione tunisina sul dossier libico è chiara e prevede il rifiuto di ogni forma di interferenza straniera in Libia. Inoltre, la Tunisia sostiene ancora una soluzione politica consensuale in Libia.

«Dovere e necessità costringono i vicini della Libia ad agire e non possono essere indifferenti mentre il Paese rimane in disordine», aveva sottolineato in precedenza il presidente del Parlamento tunisino Rached Ghannouchi.

In un’intervista ad Anadolu, Ghannouchi aveva detto: «Nel bel mezzo degli eventi in Libia, i Paesi vicini non possono essere indifferenti. Se scoppia un incendio nella casa del vicino, non si può rimanere neutrali. Il dovere e la necessità vi spingeranno ad aiutarlo a spegnere l’incendio, così è questo il caso in cui la neutralità negativa non ha senso».

Continuava poi sempre Ghannouchi: «Chiediamo una neutralità positiva basata sulla spinta di tutte le parti verso una soluzione politica e pacifica (…). La nostra visione è che una soluzione politica in Libia è la via più praticabile per superare l’insicurezza e il caos». Per quanto riguarda alcuni partiti dell’opposizione tunisina che si rifiutano di comunicare con il Governo libico di Accordo Nazionale (Gna), riconosciuto a livello internazionale, guidato da Fayez Al-Sarraj, Ghannouchi ha sottolineato che la sua comunicazione «non va oltre l’ambito della diplomazia tunisina».

Ha spiegato che le autorità tunisine e il presidente Kais Saied sono in contatto con il governo di Al-Sarraj perché è “«il rappresentante della sovranità secondo la legittimità internazionale. Avevamo incontrato in precedenza Aguila Saleh, presidente del parlamento di Tobruk, in un’ottica di neutralità positiva (…) Condividiamo con la Libia i valori della fratellanza, della cooperazione, della pace e del buon vicinato. Pertanto, lavoriamo e comunichiamo secondo questa visione».

Lucia Giannini