Tunisia in piazza. Lacrimogeni e cariche della polizia

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Le piazze della Tunisia sono state ancora riempite di gas lacrimogeni e cariche della polizia. Lunedì 9 aprile, a Tunisi, Avenue Bourghiba è stata teatro di una nuova protesta che sembrava, mutatis mutandis, la copia di quelle che portarono alla fine del regime di Ben Alì. 

Il governo, uscito proprio dai giorni della primavera araba, si è trovato a dover imporre con vecchi metodi l’ordine nelle strade. Avenue Bourghiba è l’equivalente di piazza Tahrir al Cairo, via centrale usata da tutti i gruppi come luogo in cui protestare e sfilare, il tutto accompagnato dalle proteste dei commercianti e degli operatori economici che si affacciammo sul viale che lamentano la scomparse dei turisti e il fallimento delle speranze di ripresa. Il 28 marzo sul viale si sono letteralmente scontrati un gruppo di artisti liberal e un corteo di radicali islamici. Il governo, in risposta, ha proibito ogni manifestazione lungo il viale, invitando i dimostranti a marciare altrove. Sabato e domenica, al minimo accenno di protesta e di corteo sono volate le cariche e il gas lacrimogeno. La sensazione, secondo fonti locali, che animava i protestanti era proprio la sfida al divieto, esattamente come avveniva durante il regime di Ben Alì.

«C’è differenza tra la rivoluzione e il caos» ha commentato gli eventi il portavoce del partito islamico moderato al governo, Said Ferjani. Occorre dire che i governi usciti dalla primavera hanno come tratto comune quello di non voler essere fonte di preoccupazione per l’Ue, ad esempio, attuando una politica moderatamente conservativa, old style si può dire.