TUNISIA. Cresce la presenza militare USA e aumentano le proteste

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Gli Stati Uniti starebbero espandendo il proprio ruolo nelle operazioni della Tunisia contro i militanti  islamici nei pressi dei confini occidentali del paese, scatenando pesanti polemiche politiche nello stato nordafricano.

Il National Interest all’inizio di settembre riportava una notizia di un sito di veterani Usa, Task & Purpose, che membri del Corpo dei Marines Usa erano stati coinvolti in una battaglia nel 2017 in un paese nordafricano, non nominandolo, combattendo con forze partner contro militanti di al-Qaeda;  per la rivista la nazione potrebbe essere la Tunisia, perché gli eventi citati in una serie di motivazioni di medaglie al valore, corrispondono a quelli che hanno avuto luogo in Tunisia a quel tempo, suggerendo che «il coinvolgimento degli Stati Uniti è molto più profondo di quello che viene trasmesso al pubblico statunitense».

Gli Stati Uniti hanno mantenuto una presenza militare in Tunisia dal 2014, quando diverse decine di truppe delle Forze per le Operazioni Speciali sono state dispiegate nelle zone di confine occidentali. Africom ha anche effettuato missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione in tutta la Tunisia. Questo mentre la società tunisina è piena di sentimenti anti-Usa, con molti che criticano la presenza militare degli Stati Uniti con il pretesto di combattere il terrorismo.

La questione della presenza militare americana ha suscitato accesi dibattiti al parlamento tunisino. Gli oppositori dicono che è una questione di sovranità nazionale. Negli ultimi anni l’esercito americano ha utilizzato la presenza dei terroristi per costruire la sua presenza in tutto il continente, dove ha oltre 6.000 uomini sul terreno.

La morte di quattro soldati delle Forze speciali statunitensi in Niger, uccisi da Isis, ha reso pubblica una missione degli Stati Uniti che fino a quel momento era segreta.

Gli Stati Uniti svolgono anche attacchi di droni in diversi paesi, tra cui Niger e Somalia, sostenendo di aver preso di mira elementi di Al-Qaeda, Daesh e Boko Haram.

Maddalena Ingrao