Autobomba a Tripoli, davanti al quartier generale della polizia

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LIBIA – Tripoli. 28/12/14. Si espande l’incendio a Tripoli nella zona del porto petrolifero di Sidra. Ieri un’autobomba, rivendicata da affiliati a ISIS, è esplosa davanti a un quartier generale della polizia a Tripoli. Nella zona dove ci sono i palazzi amministrativi considerata zona delle missioni diplomatiche. Fonte Rt.

Fonte ministero dell’Interno nella capitale Tripoli, in Libia, non vi sono vittime tra i civili. Il ministro degli Esteri libico ha riferito che si trasformerà in una nuova Siria se la comunità internazionale non agisce. L’uccisione di 22 soldati e il bombardamento del porto petrolifero della Libia di grandi dimensioni non hanno risolto il problema che anzi di giorno in giorno peggiora. Un funzionario della sicurezza ha riferito che non ha identificato la bomba trappola prima che questa colpisse il Palazzo dell’Amminsitrazione generale per la protezione delle missioni diplomatiche e il Ministero degli Interni e ha detonato a distanza, l’esplosione ha causato danni materiali alla costruzione, senza vittime o feriti tra i civili. Il funzionario della sicurezza ha confermato che le agenzie di sicurezza hanno iniziato un’indagine sull’incidente per arrestare i trasgressori, sottolineando che questo atto criminoso è stato fatto per destabilizzare la sicurezza a Tripoli.
«Le installazioni petrolifere sono bersaglio della milizia Alba della Libia, ha annunciato Hassi, un portavoce delle guardie del installazioni, l’incendio, scoppiato nel porto petrolifero di Sidra nei serbatoi quarto e quinto. Hassi ha aggiunto che i volontari hanno fornito assistenza al personale degli impianti petroliferi e alle guardie per riuscire a controllare il fuoco che divampa nel porto. Il Dipartimento della Difesa in assenza di una protezione civile non riesce a spegnere il fuoco». La prima scintilla di fuoco nel porto è scoccata mercoledì 24 dicembre, in seguito a un razzo sparato da parte di militanti del “alba della Libia”, nei loro tentativi di controllare la zona petrolifera conquistata il 13 dicembre. Il fuoco si è diffuso ad altri due serbatoi venerdì, sabato ed è arrivato nei serbatoi quarto e quinto. Almeno 50 persone sono morte e ne sono state ferite decine giovedì 25 dicembre, in attacchi e scontri avvenuti nelle città di Sirte e a Bengasi, nella zona intorno al porto petrolifero di Sidra, e la zona di Bir al-Ghanam a ovest del paese. E fonti mediche hanno detto, nella città di Sirte, la ricezione dei corpi dell’ospedale Ibn Sina è stato di 18 soldati appartenenti al 136 Battaglione di Fanteria incaricato di sorvegliare l’impianto petrolifero nella città, zona Qubeibeh occidentale, è venuto sotto il fuoco da ignoti che si ritiene appartenere al gruppo Ansar al-Sharia. È interessante notare che questa organizzazione è attiva in Sirte da un lungo periodo durante il quale hanno compiuto omicidi, rapine alle banche, saccheggiato, per un valore pari a 50 milioni. Morti un medico sua moglie, e la figlia rapita e trovata poi morta. I media libici citano fonti mediche dicendo che anche ieri sono arrivati a 3 corpi di militari in ospedale, morti negli scontri di giovedi, oltre a 14 dei feriti. E ancora due soldati sono stati uccisi in un aeroporto nella base aerea est di Abraq dopo un tentativo di assalto alla città da parte di uomini armati appartenenti a organizzazioni estremiste concentrati nella vicina città di Derna (ISIS). Il governo ad interim della Libia ha annunciato a questo proposito che le guardie di base sono riuscite a contrastare un complotto terroristico per piantare esplosivi in ​​aerei militari parcheggiati in aeroporto, come annunciato dal cosiddetto Consiglio dei Mujahideen della Shura che ha distrutto due aerei militari MIG 23 nella base Abraq usando bombe adesive.
La zona petrolifera di proprietà della Crescent Oil ha visto scendere la produzione di petrolio di 200 mila barili rispetto al 800 prima della crisi.