Thaibank bacchetta la giunta militare

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THAILANDIA – Bangkok 04/07/2014. Nella sua prima valutazione pubblica della politica economica della giunta militare, la Banca centrale thailandese ha espresso cauto ottimismo per la ripresa dell’economia, mettendo però in guardia il regime di non affossarla non proseguendo le politiche economiche “populiste” del governo precedente.

Prasarn Trairatvorakul, il governatore della Banca, ha detto ai giornalisti: «C’è ottimismo a breve termine (…) Vediamo un riavvio della spesa pubblica. Il piano di investimenti pubblici nelle infrastrutture è ora di nuovo in moto e il bilancio 2015 sarà pronto in tempo, questo fatto è un grande sollievo», ha poi aggiunto. Prima del golpe del 22 maggio, sette mesi di massicce manifestazioni anti-governative avevano paralizzato il governo di Yingluck Shinawatra nell’economia, soprattutto dopo lo scioglimento del Parlamento (9 dicembre) che ha bloccato tutti i progetti, facendo crollare il consumo interno e indebolendo le esportazioni (60 per cento del Pil). Nel primo trimestre del 2014, poi, il tasso di crescita economica si è ridotto del 2,1 per cento rispetto all’anno precedente. Dal colpo di stato, la giunta militare ha rapidamente preso il controllo dell’economia, rivedendo i consigli di amministrazione delle imprese statali, annullando alcuni mega-progetti governativi, come l’alta velocità, e impegnandosi a sradicare la corruzione nelle imprese pubbliche. Il generale Prayuth Chan-Ocha, il capo della giunta, presiede la commissione governativa incaricata di concedere privilegi fiscali e non solo agli investitori stranieri. Trairatvorakul ha detto che la riorganizzazione dell’economia è stata ben accolta dalla comunità imprenditoriale: «La fiducia delle imprese è diminuita negli ultimi sei mesi, ma ora c’è stato un giro di boa. Da questo trimestre in poi, ci aspettiamo una chiara ripresa della crescita», ha aggiunto, prevedendo una crescita dell’1,5 per cento del PIL nel 2014. Il direttore ha sottolineato che il regime non ha «esercitato alcuna pressione su di lui» per influenzare la politica della banca, ma ha avvertito i generali: « Una minore disciplina monetaria porterebbe l’iper-inflazione». La banca centrale della Thailandia ha una lunga tradizione di indipendenza dal potere politico: è stata spesso attaccata per la politica conservatrice, la rigorosa disciplina di bilancio e uno stretto controllo della politica monetaria. Sotto il governo di Yingluck, Trairatvorakul ha detto di aver resistito alle pressioni del ministero delle Finanze per ridurre i tassi di interesse allo scopo di stimolare il consumo interno. Trairatvorakul ha anche messo in dubbio l’offensiva della giunta contro le politiche populiste del precedente governo, avvertendo che il loro ritiro, come quelle per le comunità rurali, avrebbe potuto creare problemi. Il non proseguimento della politica di pagare il 50 per cento in più del prezzo coi mercato, la produzione agricola, ha portato ad una perdita nelle esportazioni, a problemi di finanziamento gzeneralizzati, e ad un incremento della corruzione. «Se le autorità tagliano il prezzo da 15.000 baht per tonnellata di riso, portandolo a 8-9,000 baht, dubito che saranno in grado di mantenere la pace e l’ordine». Il direttore, poi, ha anche messo in guardia la giunta contro lo smantellamento d”ei fondi del villaggio”, creati nel 2001 dall’ex primo ministro Thaksin Shinawatra, e poi riattivati circa 5 anni più tardi da sua sorella Yingluck, che permettono agli abitanti del villaggio di prendere in prestito denaro per finanziare le piccole imprese, come negozi di telefonia mobile o alimentari: «Secondo la nostra ricerca, questi fondi sono generalmente efficaci. Non mirano a stimolare i consumi ma forniscono capitale da investire per la gente«, ha detto Trairatvorakul.