Sale la paura a Tunisi

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TUNISIA – Tunisi. 04/08/14. Allarme terrorismo dalla Tunisia. La testata middle-east ha pubblicato un articolo secondo cui le moschee della Tunisia stanno diventando da luoghi di culto a “tane per i terroristi”.

La moschea ultima, in ordine di tempo a essere caduta nelle mani dei predicatori estremisti è quella di Fath. A dire il vero lo è dal 2010. Molti tunisini secondo la testata on-line sarebbero preoccupati, sono diffidenti nei confronti di quei gruppi che hanno guadagnato forza chiedendo persino la chiusura di molte delle moschee. Luoghi di culto diventati, secondo i cittadini, “covi del terrorismo.”
I tunisini, accuserebbero il ministero degli affari religiosi e il Movimento della Rinascita Islamica di “collusione” con i gruppi estremisti scalfiti. Non solo, con la scusa di sequestrare mosche per arrivare a una elezione di nuove cariche le “case di Dio elettorale” sono diventate “tane di terrorismo “. La Moschea Fath, uno dei luoghi di preghiera più importanti della Tunisia, sarebbe sotto il controllo di gruppi militanti e sarebbe stata trasformata da spazio sicuro per il culto a piattaforma attraverso la quale il religioso incita i fanatici all’odio a professando fedeltà ad al-Qaeda e chiede “sostenitori” di andare a combattere per la jihad in Siria. Secondo il ministero degli affari religiosi gli imam della moschea e i suoi dipendenti non avevebbero alcun legame con gruppi militanti, ma la realtà è in contrasto con ciò che il ministero dice. Gli imam della moschea, si legge nella testata middle-east, sono i “capi” dei gruppi che adottano il pensiero di al-Qaida, non credono nelle parole dello stato della Tunisia e hanno “dichiarato guerra” contro l’Islam al-Maliki, il sunnita al-Ash’ari, che sostiene la tolleranza e rifiuta l’odio e la violenza. La Moschea Fath è stato costruita nel cuore di Tunisi negli anni ottanta del secolo scorso, a pochi metri dal Tempio dei tunisini ebrei ed era il simbolo della convivenza tra religioni e culture in un paese aperto e tollerante religiosamente, culturalmente e politicamente. Durante gli anni Ottanta e Novanta la moschea ha ospitato fedeli del culto Open Beta, guidata da un imam moderato. Ma nel tempo questo luogo di preghiera è diventato il centro ideologico per attrarre sostenitori o reclutare giovani di quello che dice è “Jihad per amore di Dio”. Durante la caduta di Zine El Abidine Ben Ali nel gennaio 2010 le cose sono radicalmente cambiate era 2010, tempo in cui arrivava il Movimento del Rinascimento e Ansar al-Sharia e Hizb ut-Tahrir. Da allora c’è stata la corsa alle mosche ma non per diffondere l’Islam ma per diffondere il credo di questi gruppi, si legge nella testata. La Moschea Fath nel 2010 e nel 2011 era in uno stato di caos e confusione. Dalla fine del 2011 con l’ascesa del Movimento del Rinascimento i salafiti hanno predominato su altri gruppi. Poi è arrivata Ansar al-Sharia, che è guidato da Saif Abdullah bin Hussein soprannominato “Abuaaad”. La moschea è diventato uno dei 500 collettori fuori dal controllo dello stato ed è sotto l’influenza di gruppi militanti che si rifiutano di essere sotto la supervisione dello Stato. Oltre ad Ansar al-Sharia che guidano la moschea vi sono personaggi provenienti da quartieri popolari adiacenti a Tunisi, Abu Ayaz ha attirato molti degli elementi che sono attivi all’interno dei gruppi terroristici basati nelle roccaforti in montagna. Per quanto riguarda i gruppi di altri islamici e privati come il ​​Moviemento del Rinascimento e Hizb ut-Tahrir,vedono nella Moschea Fath il simbolo la “roccaforte religiosa”, elemento che non dovrebbe essere ignorato.Secondo i politici laici della Tunisia, i militanti che passano per la moschea di Fath sarebbero gli stessi che hanno ucciso l’oppositore del governo, Mohamed Belaid Brahman e molti dicono che Abu Ayaz sarebbe il mandante dell’omicidio. Sempre dalla moschea sarebbero partiti gli ordini di attaccare centrali di polizia da parte di Ansar al-Sharia.
Più di una volta sono state fatte retate ma secondo i servizi di sicurezza, la Moschea Fath ancor oggi fornisce un luogo sicuro per i terroristi che preferiscono pregare in essa e considerarla una roccaforte benedetta. Dopo il massacro dei soldati tunisini il 16 luglio scorso alcuni politici hanno chiesto la chiusura della moschea di Fath come un “covo di terrorismo”, ma il governo si è rifiutato di farlo, sostenendo che la moschea è stolto sequestro e sotto il controllo del governo.