Il destino della Tanjug è incerto

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SERBIA – Belgrado 06/11/2015. Il primo ministro serbo Aleksandar Vucic ha espresso il suo disappunto nella serata del 5 novembre per la chiusura dell’agenzia di stampa statale, Tanjug.

Vucic si è poi rammaricato dell’annuncio dato dal ministro della Cultura e dell’Informazione Ivana Tasovca. Il governo serbo ha deciso di chiudere Tanjug, fondata 72 anni fa dalle autorità comuniste della ex Jugoslavia, dopo due tentativi di privatizzarla andati a vuoto, aveva dettoli ministero della cultura il 4 novembre. La chiusura di Tanjug comporterà il licenziamento dei suoi oltre 170 dipendenti, secondo i media serbi. La decisione è stata presa il 31 ottobre, ma entrerà formalmente in vigore quando verrà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale. Nel frattempo, Tanjug è ancora operativa, ma dovrebbe chiudere alla fine del mese. La Serbia sta privatizzando la maggior parte dei media statali come parte delle riforme collegate all’adesione all’Unione europea. L’Agenzia telegrafica della Nuova Jugoslavia (Tanjug) era stata creata a Jajce, in Bosnia, il 5 Novembre 1943 dal Partito Comunista della Jugoslavia. L’obiettivo dell’agenzia era stato inizialmente quello di informare il pubblico sulle lotte partigiane durante la Seconda guerra mondiale e ha operato come l’agenzia di stampa ufficiale della ex Jugoslavia fino alla sua dissoluzione. Dopo il 1992, era diventata l’agenzia di stampa di Serbia e Montenegro fino al 2006, e dopo della sola Serbia. L’attuale direttore della Tanjug, Branka Djukic (a sinistra) ha annunciato il 6 novembre che Vucic l’ha informata della volontà del governo di trovare una soluzione per Tanjug.
«Ho avuto un incontro ieri mattina con il primo Ministro, abbiamo parlato della situazione in cui ci troviamo. Abbiamo già informato il pubblico ieri che il primo Ministro era contro la scomparsa di Tanjug. Il primo Ministro mi ha informato ieri che avrebbe trovato una soluzione», ha detto Djukic ripresa dalla stessa Tanjug. Secondo Djukic, è chiaro che Tanjug non può rimanere di proprietà dello Stato, ma è anche altrettanto chiaro che lo Stato non vuole che l’agenzia chiuda: «Quindi c’è speranza per Tanjug». Djukic ha aggiunto che il salvataggio verrà definito dal governo, aggiungendo che l’agenzia ha preparato un piano industriale che potrebbe funzionare senza grandi problemi: «Ciò significa che verranno creati nuovi servizi, ma penso che sia presto per parlarne ora».