TAIWAN. Lo scontro con Xi fa bene alla popolarità di Tsai

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Il consenso verso il presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, è notevolmente aumentato dopo il rifiuto all’appello di Pechino per colloqui sull’unificazione, aumentando le sue possibilità di ottenere la candidatura per il suo partito alle elezioni del 2020. Tsai, la cui popolarità era stata segnata dal minimo del 24 per cento a causa della diffusa insoddisfazione verso il suo operato, ha visto il suo rating di approvazione salire di 10 punti percentuali, arrivando al 34,5 per cento nell’ultimo sondaggio della Taiwanese Public Opinion Foundation.

La svolta nella popolarità di Tsai dimostra, riporta Scmp, che a Taiwan non c’è spazio per la politica «un paese, due sistemi», il modello di unificazione proposto dal presidente cinese Xi Jinping all’inizio di gennaio. L’ala dura del Partito Democratico Progressista Indipendente di Tsai, si era fortemente opposta all’intenzione di Tsai di candidarsi per un secondo mandato, ma l’aumento della sua popolarità dimostrerebbe che la maggioranza dell’elettorato sia convinta della correttezza della sua risposta al discorso di Xi del 2 gennaio, pronunciato in occasione del 40° anniversario del cessate il fuoco nello Stretto. 

La proposta di Xi per i colloqui, basata sul principio già adottato per Hong Kong e Macao, è stata sostenuta dall’avvertimento che qualsiasi dichiarazione di indipendenza avrebbe portato ad un attacco da parte di Pechino.

Tsai non ha perso tempo a respingere l’appello, dicendo che Taiwan non voleva l’applicazione di quel principio e che la proposta di Xi per i colloqui di unificazione secondo il principio dell’unicità della Cina aveva lo scopo di distruggere l’isola. 

L’ascesa di Tsai aveva avuto una fase intermedia: secondo un sondaggio del mensile Global Review, la popolarità di Tsai era salita in un solo mese al 24,8%, dal 13,3%, precedentemente subito dopo la risposta dura a Xi. La popolarità di Tsai era crollata dopo la sconfitta alle recenti amministrative; il Kuomintang aveva conseguito una vittoria schiacciante, prendendo il controllo di 15 delle 22 città e contee.

Tsai Ing-wen si è dimessa da presidente del partito subito dopo le elezioni locali e ha dovuto subire un “processo” politico interno perché si dimettesse anche da presidente.  

Antonio Albanese