TAILANDIA. A processo giornalisti ed ex ministri accusati di sedizione

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Otto membri del più grande partito politico thailandese, il Pheu Thai, sono comparsi in tribunale a Bangkok per essere processati con l’accusa di sedizione, accusa mossa loro da parte della polizia. Tra gli accusati vi erano l’ex vice primo ministro Kittiratt Na Ranong, l’ex ministro dell’Istruzione Chaturon Chaisang, Chusak Sirinil, Phumtham Wechayachai e Watana Muangsook, una giornalista di Epa-Efe.

Le accuse riguardano una conferenza stampa tenuta dai principali membri del partito la scorsa settimana, in vista del quarto anniversario del colpo di Stato del 2014, che ha insediato la giunta militare al potere, il Consiglio nazionale per la pace e l’ordine, Ncpo, il 22 maggio. Il gruppo di agenzie era stato inoltre incaricato di trasmettere la conferenza stampa on line.

Le pene per sedizione ai sensi dell’articolo 116 del codice penale possono arrivare fino a sette anni di reclusione, mentre il reato informatico è punito con una pena massima di cinque anni, secondo i media locali. Membri di spicco del partito avevano accusato la giunta militare, che ha governato il paese dopo il colpo di stato, di negare alle persone i loro “diritti fondamentali” e le loro libertà.

«I quattro anni sotto il Ncpo sono stati un fallimento totale (…) Gli ultimi quattro anni sotto il regime militare hanno portato il paese e la popolazione verso un futuro oscuro e pericoloso», aveva detto Pheu Thai. 

«La libertà delle persone è un diritto fondamentale e dovrebbe essere tutelata dalla legge, ma in occasione del quarto anniversario del colpo di Stato, l’Ncpo ha inviato dei funzionari per vietarci di tenere una conferenza stampa. Questo, per me, è come dire al mondo che questo governo non riesce a proteggere i diritti delle persone», ha detto Chaturon Chaisang. Una marcia e una manifestazione all’esterno della Government House ha ricordato il quarto anniversario del colpo di stato.

Lucia Giannini