SVIZZERA. Denunciato il legame profondo tra corruzione globale e terrorismo

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In difesa delle vittime del terrorismo hanno parlato lo scorso 8 marzo Ecips e Cyberpol, in collaborazione con Advt ed Ecosoc, alla sede delle Nazioni Unite, durante la 27a Assemblea generale a Ginevra ribadendo che unica soluzione per tutelare le vittime di atti terroristici, sopratutto minori, è l’applicazione dello ” Stato di diritto” in grado bloccare le fonti del finanziamento che passano sempre più spesso attraverso le criptovalute.

Nel suo intervento, il presidente Ecips, Ricardo Baretsky, ha ricordato che, trascorso un anno da un simile evento nel 2017, ben poco sia cambiato: «Sembra che i nostri appelli siano stati vani: è inconcepibile che solo in Europa abbiamo avuto più di 261 vittime di terrorismo (…) Nel 2015, 211 attacchi terroristici sono stati completati, o sono falliti o meglio sono stati sventati in totale dagli Stati membri dell’Ue, con 151 vittime e oltre 360 feriti. L’Università del Maryland ha diffuso dati secondo cui 238, lo 0,7 per cento, delle 34.676 persone rimaste uccise in attacchi terroristici nel corso dell’ultimo anno, è morto durante gli attacchi contro l’ Europa occidentale, tra cui quelli in Francia, Germania e Regno Unito», ha detto Baretsky. secondo cui la situazione sta degenerando dalla scarsità o dall’assenza di contrasto contro il fenomeno corruttivo che facilità il diffondersi del terrorismo: «Stiamo superando la fase di ricerca di soluzioni pragmatiche in quanto è sorta una nuova forma di terroristi a causa di questo stato nel nostro mondo attuale. Possiamo dire che la mancanza di responsabilità nel contrasto alla corruzione globale sia la casacche alimenta il terrorismo».

Una corruzione globale che passa anche e soprattutto attraverso l’uso fraudolento delle criptovalute, per Baretsky: «Prendiamo ad esempio l’eCurrency che chiamiamo BitCoin: è stata utilizzata in uno schema Ponzi di tipo piramidale, specificamente per finanziare il terrorismo e i suoi fornitori. A dicembre 2017 abbiamo lanciato l’allarme, anch’esso poco ascoltato,  cercando di incoraggiare la creazione di norme per bloccare la corruzione che passava attraverso il BitCoin basandolo sul valore di mercato nel sistema finanziario. Poche banche ci hanno seguito ed hanno avuto grosse difficoltà nel farlo».

«Il coinvolgimento delle valute cripto nelle organizzazioni terroristiche è ben documentato, ed è chiaro che BitCoin è già legato alle transazioni del dark web che coinvolgono azioni di riciclaggio di denaro, criminalità organizzata e transazioni finanziarie terroristiche. Solo pochi mesi fa più di 240 milioni di computer sono stati infettati con un malware chiamato WannaCry utilizzando il Bitcoin come suo gateway di pagamento per l’estorsione che prevedeva, ma “miracolosamente” tutte le attività considerate fraudolente sono stati liberate in breve  come se la corruzione fosse diventata la norma della moneta politica cripto» ha poi aggiunto Baretsky.

Per il presidente Ecips, WannaCry ha dimostrato che sta mancando la volontà politica di perseguire e bloccare il fenomeno: «Il processo di back tracking di ogni pagamento sarebbe stato relativamente facile per le forze dell’ordine, semplicemente utilizzando il sistema di identificazione digitale temporale di ogni transazione effettuata tramite BitCoin e identificare dove la moneta sia andata per scoprire le reti criminali che diffondono terrore e paura».

Redazione