Lo scandalo emissioni tocca la Suzuki

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GIAPPONE – Tokyo 04/06/2016. Le autorità giapponesi hanno fatto irruzione nella sede della Suzuki.

Sui tratta dell’indagine in corso, riporta Japan Times, sulla possibile falsificazione dei test sui livelli di inquinamento e di consumo di carburante. La polizia era alla ricerca di documenti in tal senso. A maggio, la Suzuki aveva trovato “discrepanze” nei suoi test sulle emissioni, ma ha sempre negato di aver falsificato i risultati. Suzuki ha aggiunto la questione non si applica ai prodotti venduti al di fuori del Giappone. La società aveva rilasciato una dichiarazione all’inizio di questa settimana, affermando di non essere riuscita ad utilizzare metodi di prova conformi con le normative giapponesi a causa di una mancanza di manodopera, e ad errori negli investimenti fatti. Dopo l’annuncio le sue azioni sono calate di quasi l’1% sulla borsa di Tokyo il 3 giugno. Suzuki è la quarta più grande casa automobilistica in Giappone, dopo Toyota, Nissan e Honda. All’inizio del 2016, il ministero dei Trasporti giapponese ha fatto irruzione negli uffici di Mitsubishi Motors, dopo che la casa automobilistica aveva ammesso di aver falsificato i suoi dati sull’economicità dei consumi; lo scandalo portò alle dimissioni del presidente, e la Nissan Motor successivamente è intervenuta per acquisire una partecipazione di controllo nella società. Nel 2015, toccò alla Volkswagen: scoppiò infatti lo scandalo sulle emissioni dei veicoli diesel.