IGAD Plus al via!

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ETIOPIA – Addis Abeba 12/06/2015. Tre giorni di consultazioni tra i mediatori dell’Intergovernmental Authority on Investment (Igad) e le parti del Sud Sudan hanno prodotto una serie di raccomandazioni per porre fine perdurare della crisi politica del Sud Sudan.

Alle consultazioni hanno partecipato Nhial Deng Nhial, capo negoziatore per il governo del Sud Sudan; il gen. Taban Deng, capo negoziatore per l’Splm/A; e una delegazione di dieci persone guidate dall’ex direttore generale Splm, Pagan Amum. Il documento rilasciato al termine delle consultazioni, riporta una serie di raccomandazioni per risolvere le differenze politiche tra i rivali in guerra nel Sud Sudan; in particolare si tratta di quelli riguardanti la divisione del potere, la sicurezza nazionale e la condivisione della ricchezza, riporta l’agenzia Anadolu. Le raccomandazioni faranno parte anche di un futuro documento dedicato al lancio anticipato di una nuova iniziativa di pace per il Sud Sudan soprannominato “Igad-Plus”. «Abbiamo accettato pienamente (…) il nuovo meccanismo e siamo pronti a continuare a negoziare» ha detto, in conferenza stampa, il gen. Deng, capo negoziatore per il capo dei ribelli Riek Machar, l’11 giugno. Il negoziatore dei ribelli, tuttavia, ha continuato a esprimere forti riserve su alcune delle raccomandazioni contenute nel documento: «Per esempio il documento (…) tratta solo la crisi nell’Alto Nilo, ignorando Bahr El Gazel, ignorando la guerra in Equatoria, ignorando le cause alla radice del conflitto (…) È in realtà una sintesi per mantenere lo status da presidente di Salva Kiir, con lo stesso sistema di governo, lo stesso sistema di dominio delle élite». Deg si riferiva in particolare alla parte del documento dedicata alla condivisione del potere, in cui si afferma che il governo di Kiir dovrebbe avere il 53 per cento dei portafogli ministeriali nel previsto governo di transizione. Il round appena concluso di consultazioni è arrivato prima del previsto lancio di “Igad-plus”, rivitalizzata iniziativa di pace per il Sud Sudan. L’iniziativa vedrà cinque nuovi paesi africani aggiunti al gruppo di mediazione in corso, oltre alle Nazioni Unite, l’Unione africana, l’Unione europea, il gruppo Partners International (Ipf), la cosiddetta “Troika” (che comprende gli Stati Uniti, Regno Unito e Norvegia ) e la Cina. Nhial, capo negoziatore del governo, ha detto che il periodo transitorio, dal 9 luglio, dovrebbe vedere la nascita di un unico ed unificato esercito del Sud Sudan: «L’idea che i ribelli hanno del loro proprio esercito durante il periodo transitorio (…) dovrebbe essere scartata a priori (…) Ma la mediazione non sembra in grado di farlo». Il negoziatore dei ribelli, tuttavia, ha ribattuto che l’unificazione dell’esercito non poteva essere effettuata entro tre mesi come è stato raccomandato nel documento di sintesi: «Non abbiamo parlato di due eserciti. Abbiamo parlato sulla durata del periodo in cui possiamo unirci o fondere questi due eserciti», ha detto Deng.