Sud Sudan allo stremo

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SUD SUDAN – Juba 21/06/2015. Otto milioni di sudanesi del Sud, l’80 per cento della popolazione totale del paese, non hanno accesso al cibo dopo 18 mesi di guerra civile.

In una dichiarazione congiunta rilasciata all’inizio di questa settimana, otto gruppi di aiuto umanitario hanno avvertito che, entro la fine del mese di luglio, un buco da 1,1 miliardi di dollari nel finanziamento potrebbe portare alla fame ben 4,6 milioni di sudanesi del Sud, circa il 40 per cento della popolazione, se la situazione non venisse affrontata. L’Onu stima che circa 1.630 milioni di dollari siano necessari per affrontare la situazione nel paese africano, ma solo il 36 per cento dei quali si è concretizzato fino ad oggi, secondo quanto riprovato dalla dichiarazione congiunta di Care, l’International Rescue Committee, Oxfam, Mercy Corps, Danish Refugee Council, il Norwegian Refugee Council, Cafod Trócaire e Christian Aid. Le ong avvertono che se il deficit di finanziamento non verrà affrontato entro la fine del mese di luglio, la situazione umanitaria potrebbe peggiorare ulteriormente: «La stagione della fame sta iniziando ora. I governi possono fare la differenza stanziando urgentemente i finanziamenti» si legge nella dichiarazione congiunta. Il Sud Sudan è stato scosso dalle violenze dal dicembre del 2013, quando il presidente Salva Kiir ha accusato Riek Machar, il suo vicepresidente appena “dimissionato”, di voler rovesciare il suo governo. Da allora, decine di migliaia di persone sono state uccise, mentre circa due milioni di altre sono state sfollate; il tutto mentre i colloqui di pace di Addis Abeba, mediati dall’ Igad, non sono riusciti a produrre progressi tangibili. I colloqui si sono interrotti all’inizio di quest’anno e una serie di offensive militari sono state lanciate negli stati di Unity, Upper Nile e Jonglei.
La violenza ha colpito circa 750mila persone nella regione Greater Nile del Sud Sudan e costretto circa 150mila persone ad abbandonare le loro case, secondo una dichiarazione emessa Fao, Unicef e Oil. I combattimenti in corso nell’Unity e Upper Nile, nel frattempo, hanno costretto molte agenzie umanitarie e ong a sospendere le loro attività e ad evacuare il personale. Le agenzie umanitarie stanno attualmente sviluppando “kit di sopravvivenza portatili”, che comprendono zanzariere, semi di ortaggi, forniture di pesca, compresse per la potabilizzazione dell’acqua e biscotti nutrizionali per i bambini, tra le altre cose. Per molte comunità afflitta dall’insicurezza alimentare, i kit possono rappresentare l’unico aiuto umanitario che ricevono durante le prime settimane cruciali dell’incombente stagione di siccità.