STATO ISLAMICO. ISIS ci chiede perché non ci siamo ancora pentiti

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Alla fine del Ramadan, sono fioccate nell’alveare social media di ISIS le indicazioni dottrinarie per vivere nel vero spirito islamico il periodo. 

Daesh ha ripreso a postare tutti suoi bollettini, sia il serale di a chiusura della giornata, che quello di metà giornata, quindi la “centrale comunicativa”di ISIS si è ripresa dagli ultimi attacchi.

Daesh ha presentato il suo nuovo video dal mandato di Al Khayr dal titolo Non vi siete ancora pentiti. Un account locale ha postato un discorso di presentazione al video che riprende di fatto l’importanza dei combattimenti contro il governo siriano nella zona del mandato. Non si tratta soltanto di un video di combattimenti ma anche di spiegazione: la via seguita dallo Stato Islamico è l’univa via da seguire. Un altro account collegato allo Stato Islamico, ha pubblicato una presentazione al video. Nella presentazione l’account sottolinea l’importanza di fare riferimento alla verità per quanto riguarda la situazione sul campo e questa proviene essenzialmente dagli organi ufficiali di Daesh. Il fatto interessante per quanto riguarda questa seconda presentazione è che l’account si firma come un “immigrato da Cordoba”, si tratta quindi di un combattente spagnolo di Daesh. 

Un account collegato a Daesh ha postato un interessante servizio. Nei due link riportati nel post, l’account ha raccolto tutte le informazioni e gli articoli che riguardano Daesh che sono stati raccolti su fonti aperte. Un interessante lavoro di OSINT fatto dall’alveare social media di ISIS che testimonia l’ampiezza del monitoraggio fatto dalla rete jihadista.

Arrivati praticamente alla chiusura del Ramadan, chiusosi il 24 giugno, un account di Daesh ha inviato, nei giorni scorsi, i musulmani a pregare ulteriormente riportando due link per scaricare il Corano. Il libro sacro viene infatti diviso in due link per consentirne il download agevole e pratico su diversi dispositivi elettronici.

Un canale dell’alveare riporta poi la notizia che in Cina gli Uiguri, sempre sotto pressione delle autorità locali, avrebbero iniziato a sotterrare i propri Corani nei propri giardini. Non è chiaro il riferimento dottrinario, ma si solito quella di sotterrare il libro sacro è un’azione che viene svolta dal musulmano prima di morire o per evitare che i libri vengano distrutti dagli infedeli. Questo avviene di solito avvolgendo la copia del Corano nella stoffa seppellendola dove non cammina nessuno o con l’aiuto di un peso inabissandola nell’acqua.

Questo potrebbe voler dire che i musulmani si stavano preparando a morire per la fine del Ramadan, o a essere uccisi dalle autorità nelle loro attività di contrasto ai gruppi jihadisti o come attentatori suicidi. 

Un account di Daesh poi ha riportato una lunga spiegazione dottrinaria, con tanto di riferimenti teologici, sull’istituzione del Tahweed, ovvero dell’unicità di Dio.

Redazione

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