SPECIALE DAESH MATRIX #48

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di Redazione ITALIA – Roma 20/12/2016. Da segnalare nei giorni scorsi, che il leader di Al Qaeda in Nord Africa avrebbe inviato una lettera in cui indica agli altri leader qaedisti di giurare fedeltà allo Stato islamico, per fare piazza pulita dei nemici, riporta un post che poi chiariva il pensiero: non è stato un impegno onesto per amore di Allah quello che hanno suggerito, ma una richiesta ipocrita e una menzogna, perché così volevano cambiare l'”estremismo”, caratteristica di Daesh e origine della separazione tra i due gruppi, dal'”interno”. Il post poi proseguiva con una citazione coranica: «Come gli ebrei di Medina che fingevano di diventare musulmani durante il giorno per poi tornare agli ebrei durante la notte per “esporre” i musulmani agli ebrei». In pratica ISIS non si fida, c’è già passata ed è stata tradita, ergo ha “dichiarato guerra” e il primo fronte è lo Yemen, come ci ricorda un secondo post che denuncia la nuova dichiarazione di Zawahiri contro ISIS per le operazioni in Yemen. ISIS riafferma che ora passa ai fatti dichiarando “guerra” ad al Qaeda e “al mondo”. La richiesta di giuramento di fedeltà allo Stato Islamico e le reazioni del Pediatra egiziano che guida al Qaeda, possono essere lette anche come una forte voglia di ISIS dentro la base qaedista. ISIS probabilmente, da quanto si comprende dai social, è percepita come una realtà effettivamente statuale, l’unica in grado di essere veramente attore politico globale e locale nel contempo e sufficientemente slegata dai diversi leader che la guidano, al contrario della Base, accusata da Daesh proprio di eccessivo personalismo.
Le diverse eliminazioni in azioni di guerra dei leader storici del Califfato non hanno creato un vuoto di leadership, come pensavano gli Occidentali; morto al Shishani è arrivato il tagiko Khalimov, che alla luce delle sue expertise, può essere ritenuto la mente delle recenti operazioni di riconquista in Iraq e Siria degli uomini del Califfato; morto al Adani è arrivato al Muhajir e così via, con dei tempi e con una continuità operativa e comunicativa atipica per un gruppo terroristico, basato sul carisma personale, ma non per una struttura “statuale” basata sull’efficenza e sulla supremazia della struttura rispetto ai singoli che occupano le cariche. Insomma come uno Stato a cui ciascuno da secondo le sue possibilità, parafrasando la teoria statuale e filosofica marxiana.
Altro paradosso geopolitico in Siria: i turkmeni sono arrivati a combattere con i ribelli a Hama e ad Hama sono arrivate le forze speciali russe. Turkmeni e russi sono dunque uno contro gli altri sulla piana di Ghab, mentre i loro stati nazionali si dichiarano fratelli. Resta delicatissima la situazione ad Aleppo con i civili bloccati all’interno di Aleppo est, dove le persone si accampano dove possono e al riparo dagli attacchi. Sì, perché dove gli iraniani e Hezbollah trovano dei civili li arrestano e li fucilano. La situazione ad Aleppo è durissima, i medici raccontano di interventi chirurgici sui minori che recitano il corano mentre vengono operati senza anestesia. Molte le dichiarazioni in cui si è detto che era stato raggiunto un nuovo accordo su Aleppo est ma poi di fatto le persone restano intrappolate in città, destinate a morire.
DAESH MATRIX è il secondo volume dedicato al fenomeno dello Stato Islamico.
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