SPECIALE DAESH #1

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di Redazione  ITALIA – Roma 26/10/2016. Iniziamo da oggi a raccontare quanto avviene nel teatro di guerra della città di Mosul e nei territori dove Daesh è presente, per fornire un quadro della situazione il più possibile conforme a quanto sta accadendo sul terreno. Per questo scopo utilizzeremo come fonti l’alveare social di Daesh e le fonti aperte tradizionali come le agenzia di stampa internazionali e quelle locali pubblicate in rete.

Al sesto giorno di battaglia, cioè il 23 ottobre, per la liberazione di Mosul, Daesh contava in Iraq 50 operazioni istishadi, cioè attentati suicidi, che hanno permesso di fermare l’avanzata. La Reuters afferma che sono stati liberati 80 villaggi dalla presenza di Daesh e account vicini al governo iracheno, affermano che sono stati liberati 950 km di suolo iracheno dalla presenza dello Stato Islamico. Daesh dal canto suo ha riassunto così la giornata: “Abbiamo preso ar Rutbah, per la maggior parte, due giorni dopo esserci ripresi gran parte di Kirkuk”. Il dato allarmante è il censimento “ufficioso” dei combattenti del Califfato: 6000 uomini, mentre dall’altra parte esercito iracheno, polizia federale, peshmerga, milizie sciite irachene, iraniane, siriane ammontano a circa 100mila uomini. A questi vanno aggiunte le forze speciali  dei vari paesi della coalizione, come Usa, Canada, Francia, nonché l’appoggio dell’aviazione di cui il Califfato è privo.

L’offensiva contro ar Rutbah, nei pressi del confine giordano saudita, nell’Anbar occidentale, di cui ha parlato Daesh, si è mossa su cinque assi: è iniziata con dei commando che hanno attaccato posizioni e caserme delle forze irachene in città e dei dintorni, tagliando poi la via di rifornimento all’altezza di Kilo 160. I mujahidin Daesh hanno quindi preso d’assalto le caserme che circondano la città nella loro avanzata. Al termine delle operazioni, al 23 ottobre, hanno preso tutta l’area urbana  tranne il quartiere di Karabilah, dove si era asserragliato esercito iracheno e milizie sciite.

Con un paio di attentati suicida a Karabilah lo Stato Islamico ha ucciso 70 soldati e distrutti molti veicoli. A kirkuk si combatte ancora. Daesh approfitta dello sguarnimento delle posizioni legato alle operazioni di Mosul per attaccare dove nessuno se lo aspetta. La tattica del Califfato è sempre la stessa: prendere impianti petroliferi, riserve di acqua e infrastrutture sensibili come acquedotti, centrali elettriche e strade. Kirkuk è una città petrolifera dell’Iraq, la centrale elettrica di al Dibs fornisce elettricità alla città, ha interrotto la strada al Dibs – Kirkuk e ha poi interrotto il collegamento con Baghdad.

Account filo governativi riportano che Daesh è stata circondata dall’esercito iracheno e i suoi uomini sono stati chiusi dentro Mosul isolandoli tra Qayyarah e al Shourah: Daesh però posta notizie e immagini della distruzione di un Abrams e di un T72 all’incrocio per Qayyarah e Shorah e di 20 morti iracheni a nord di Qayyarah; di 20 morti a  Asfiyyah, con distruzione di tre Hummer e due auto; idem a Kafrok, a nord di Mosul. Una serie di attentati suicidi in diverse zone hanno (Tuhrawah est di Mosul; Tis Kharab e a Tab Zawah sud est di Mosul) hanno rallentato l’avanzata.

La battaglia si prospetta lunga e sfiancante con il rischio di una crisi umanitaria mai vista nell’area, vista la concreta possibilità che la Coalizione decida di radere al suolo tutta Mosul, come ha fatto con Ramadi senza ottenere poi però il pieno controllo della città.