SIRIA. Si punta a bloccare il rientro di ISIS in Turchia

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«Le forze statunitensi stanno istituendo posti di osservazione nel nord-est della Siria per chiudere ulteriormente le vie di fuga allo Stato islamico», è questo il concetto della presenza rinnovata degli States in Siria, così come è stata descritta dal portavoce della Combined Joint Task Force Operation Inherent Resolve, Sean Ryan.

Il colonnello Ryan, riporta un comunicato stampa del Pentagono, parlando in teleconferenza da Baghdad, ha fatto il punto sulle operazioni in corso in Iraq e Siria per sconfiggere Isis. I posti di osservazione al confine siro iracheno saranno allestiti per scoraggiare i combattenti Isis che cercano di fuggire dalla valle del fiume Eufrate andando verso nord, cioè verso la Turchia: «Questi posti di osservazione forniranno capacità supplementari e permetteranno meglio la protezione della Turchia dagli elementi Isis» ha detto Ryan.

Il segretario alla difesa James N. Mattis aveva annunciato i posti di osservazione la settimana scorsa; la mossa segue una stretta consultazione e collaborazione con la Turchia, sia a livello militare che di Dipartimento di Stato, secondo un rapporto del Dod News.

Vicino a Manbij, l’alleanza tra le forze turche e statunitensi nei pattugliamenti congiunti, permette alle forze di continuare a negare ai terroristi l’accesso all’area e si tratta di una modalità che prendendo sempre più piede.

«Questa stabilità è il risultato diretto del focus del nostro alleato Nato, la Turchia, e della cooperazione con i funzionari locali di Manbij», ha detto il portavoce. Secondo Ryan, gli uomini di ISIS stanno fortificando le loro posizioni e stanno scavando trincee per una campagna di posizione.

Anche lungo il confine tra Siria e Iraq, l’Ottava divisione dell’esercito iracheno continua a rafforzare la sicurezza delle frontiere impegnando e respingendo i militanti Isis che cercano di fuggire dall’offensiva nella valle dell’Eufrate. L’aviazione irachena il 20 novembre ha lanciato due attacchi aerei mirati a un impianto di armi del Califfato e su un edificio che ospitava 30 combattenti Isis: «Questa operazione fa vedere anche la capacità delle forze di sicurezza irachene di proteggere i propri confini e sradicare le cellule», ha detto Ryan.

Luigi Medici