Siria. Se Raqqa è il primo passo…

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SIRIA – Al Raqqa 07/7/13. Cosa sta accadendo in Siria? Ed in particolare a Raqqa? Perché questa città? Perché è ‘unica regione del Paese governata direttamente da parte dell’opposizione, è il primo modello reale di un’autorità alternativa allo Stato. L’opposizione di cui stiamo parlando non è la Coalizione siriana o il suo governo “provvisorio”, ma l’Esercito Siriano Libero (FSA) e il Corpo Religioso per la Rivoluzione Siriana.

A tratteggiare un quadro dello stato in ci versa questo patrimonio archeologico è il quotidiano libanese as Safir

C’è una grande confusione da parte dell’opposizione al potere nella gestione della cosa pubblica, soprattutto nei settori agricolo, educativo e dei servizi. Oltre a ciò, ci di ce as Safir, sta l’insolvenza per gli stipendi per i dipendenti statali, e una nuova dittatura esercitata dalle brigate in nome della Sharia. La ricostruzione resterà sospesa sine die per il momento.

Nel centro dell’area gestita dall’opposizione, il regime di Damasco mantiene ancora una sua presenza nel governatorato, da cui lancia le operazioni militari per ripristinare il proprio.

La vita degli abitanti di Raqqa non è cambiata molto dopo la caduta del governo alawita, a differenza di qualsiasi altra regione in Siria.

Raqqa ha una grande popolazione, un mix di residenti e sfollati.

Le storiche mura della città sono state coperte da slogan rivoluzionari, islamici, taggati da Jabhat al-Nusra o Ahrar ash-Sham. Al Raffiqa (al Raqqa) era la residenza estiva della dinastia Abbaside di Baghdad. 

I servizi funzionano ancora come prima: i dipendenti delle istituzioni pubbliche,  vanno ancora a lavorare.

Il Ministero della Pubblica Istruzione di Damasco ha deciso di approvare gli esami degli studenti, sottoposti alla sorveglianza del Comune. Tuttavia, la Coalizione nazionale siriano ha emesso un decreto che fissa la data per gli esami ufficiali delle scuole superiori per il mese di agosto.

Il problema principale è il settore agricolo, fonte economica fondamentale di Raqqa. L’agricoltura in Siria è stata già colpito da una forte siccità, contemporanea alla sparizione del governo. Questo ha innescato una vasta emigrazione della popolazione rurale da Raqqa alla periferia di Aleppo e Damasco.

Oggi, iniziata la stagione della raccolta del grano, gli agricoltori lamentano difficoltà nella commercializzazione dei loro prodotti, come grano e barbabietole da zucchero.

L’irrigazione è un altra piaga per il settore agricolo. Nonostante le promesse fatte da diversi enti europei di migliorare i sistemi di irrigazione e di sostenere la produzione agricola, tutto è fermo in mancanza di un’autorità esecutiva o di governo di transizione. Questa informazione, fornita da as Safir, è stata data direttamente dagli attivisti che hanno seguito e studiato il declino del settore agricolo nella regione.

La questione di chi possieda il potere esecutivo è diventata causa di diffuso malcontento tra i diversi segmenti sociali in Raqqa. Per molti, la Coalizione nazionale siriana si preoccupa di fare viaggi, dell’organizzazione di riunioni e di pronunciare discorsi inutili, del tutto sorda alle necessità della regione. Contemporaneamente, la preoccupazione principale delle brigate da combattimento sembra essere solo quella di attirare le masse, impegnarsi nella difesa islamica, applicare la pena di morte nelle piazze, e arrestare la gente.

Il regime controlla ancora parecchie posizioni militari da cui lancia operazioni volte a ripristinare il potere di Damasco, soprattutto attraverso l’aeroporto militare di Tabaqa (nei pressi della diga sull’Eufrate), o il lancio di missili a medio raggio.

Così, il governatorato sembra essere tutt’altro che sicuro, soprattutto dal momento che può ancora essere raggiunto attraverso diverse strade da Damasco, Palmyra e Deir al-Zour.

Altro dramma è il petrolio, continua il quotidiano libanese.

I ribelli al potere starebbero vendendo il petrolio siriano agli stranieri, in questo modo vengono colpiti gli abitanti delle zone rurali che hanno bisogno di carburante per portare avanti le loro attività. Alcuni lo raffinano con metodi primitivi per utilizzarlo come combustibile per le pompe d’irrigazione. Quando verrà l’inverno, ci sarà una maggiore necessità di carburante per il riscaldamento e la produzione di energia elettrica.

I commercianti di “oro nero” hanno formato squadre armate per fermare i furti di petrolio dai campi lungo il corso del fiume Eufrate, allo scopo di raffinarlo e esportarlo in Turchia. Come risultato, i signori del petrolio si sono uniti ai signori della guerra.

Raqqa è anche testimone di un altro fenomeno, trascurato dai media: le proteste della società civile che si oppone alla politica degli arresti arbitrari effettuati dal corpo religioso.

I video su YouTube delle esecuzioni di Jabhat al Nusra mostrano manifestazioni in cui sono stati gridati slogan contro le brigate di militanti, e sono solo una parte di ciò che sta accadendo in città. In seguito a queste esecuzioni, diverse manifestazioni sono state lanciate denunciando la nuova dittatura, compensate da contro-manifestazioni a sostegno di Jabhat al-Nusra.

Quella che descrive  il giornale libanese è una situazione di anarchia pressochè totale nelle zone controllate dalla Coalizione incapace di gestire la quotidianità delle aree da essa dichiarate “libere”.