Libano e Siria, due Paesi un destino comune

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LIBANO – Beirut. 21/08/13. L’economia libanese è in bilico è il grido di allarme lanciato dalle autorità finanziarie di Beirut. Il rallentamento è continuo e il tasso di crescita su carta la 2% potrebbe diminuire drasticamente nei prossimi mesi. 

 

E nemmeno il successo della stagione turistica servirà a invertire le sorti dell’economia locale. L’ex ministro Adnan Kassar racconta dell’economia a pezzi del Libano. L’ex minsitro chiede al Governo di assumersi la responsabilità dei gravi problemi economici, «Soprattutto alla luce del fatto che il rallentamento economico potrebbe essere fermato se solo la politica giocasse il suo ruolo». A riferilo l’agenzia di stampa yemenita Saba. L’ex ministro ha anche aggiunto che serve la formazione di un governo in grado di ri-riempire il vuoto che paralizza tutte le strutture statali e rilanciare l’economia e restituirgli il ruolo che è stato giocato in passato. 

Tutti gli indicatori economici sono stati negativi nel 2013, tranne per il settore bancario, che ha registrato una crescita superiore all’8 per cento. 

Secondo il politico solo la sicurezza e la stabilità della politica possono rilanciare l’economia ed i vari settori economici, e se questo ragionamento è corretto, «il Libano ha perso occasioni d’oro più recenti ripercussioni della “primavera araba”», rinnovamento che si è rivelato negativo dopo una apparente positività Solo la questione siriana sta mettendo letteralmente in ginocchio l’economia libanese.

Gli sfollati siriani ora costituiscono un terzo del numero di persone residenti in Libano, e questo al di là della questione umanitaria, minaccia la vita di libanesi, in particolare per il mercato del lavoro o per ciò che costituisce lo spostamento di una massa così importante di persone. 

Vi sono poi i problemi legati all’elettricità, l’acqua, trasporti e istruzione, e altri problemi che sono diventati un peso per il governo basato sul comportamento delle imprese. 

La crescita economica del Libano nel 2010 è stata dell’8 per cento di oggi è sceso al 1,5 per cento, nonostante il fatto che il Fondo Monetario Internazionale ha previsto che sia per il 2013 intorno al 2%. 

Il turismo tiene ma i numeri sono in calo, scesi del 12 per cento nel primo semestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo l’anno scorso alla luce della decisione del golfo decisione di impedire ai cittadini del Golfo divenire al Libano, che costituiscono un terzo del numero di turisti che normalmente arrivano a Beirut. 

E data la diminuzione del numero di turisti, altri a causa di instabilità politica e di sicurezza, hanno scelto altre mete, la spesa turistica è sceso da 8 miliardi di dollari nel 2010  a 4 miliardi di dollari previsti per quest’anno. Non solo, si è registrato un calo dei rientro dei libanesi all’estero. Solitamente rientravano per il periodo delle vacanze in Libano ma le vicende recenti tra cui il rapimento dei piloti li ha spaventati.  Il Rafic Hariri International Airport unico sbocco e l’unica finestra sul mondo esterno è stato preso d’assalto per quello che sta succedendo Siria e in Iraq, biglietti aerei in aumento del 17% e crescita del numero di passeggeri del 7%. Diversa la situazione dei soggiorni in hotel, gli albergatori lamentano il calo delle presenze, a Mdakhlah del 54 per cento rispetto al 2009 e 2010, nonostante gli sconti offerti, che a Nahzat arrivano al 30 per cento. 

Aumentato le esportazioni industriali del 13,5 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in modo particolare quelle minerarie al primo posto nella lista delle esportazioni, poi vi è stata l’introduzione del gasolio all’interno di queste esportazioni di minerali in Siria. Oltre alla Siria dal Libano compra l’Arabia Saudita. Il trasporto delle merci avviene soprattutto via mare anche a costo di superiore rispetto a via terra, ma di certo più sicuro.

 All’interno di questo quadro, la bilancia commerciale industriale ha mantenuto un livello simile a quello del 2012, dopo un calo  7,9 miliardi di dollari nel primo semestre del 2012. Per quanto riguarda il settore agricolo crescono le esportazioni: + 34,4%. 

Fermo invece il settore immobiliare a causa dello stallo della domanda, nonostante gli sforzi della Banca del Libano di dare liquidità per l’acquisto di appartamenti di piccole dimensioni, una volta appetibili e appannaggio dei residenti all’estero. Cade il prezzo per gli appartamenti dell’8,1 per cento rispetto allo scorso anno, le vendite sono diminuite dell’8,6 per cento.

Tiene ils ettore finanziario e continuano ad arrivare gli investimenti, ma c’è chi dice che bisognerebbe prestare attenzione, perché in questo momento sarebbero facili le infiltrazioni di titpo terroristico. 

Il valore delle azioni scambiate sul Beirut Borsa è aumentato del 37 per cento durante i primi sette mesi di quest’anno ha raggiunto la capitalizzazione di mercato della Borsa di 10,56 miliardi dollari alla fine del mese di luglio dell’anno in corso rispetto ai 10,24 miliardi nel mese di giugno, circa 10,25 miliardi dollari alla fine di luglio 2012. Il livello cumulativo, il valore delle azioni scambiate è sceso da US $ 291.540.000 nel corso dei mesi i primi sette dello scorso anno a circa 184,70 milioni di dollari nello stesso periodo di quest’anno. D’altra parte  la riserva di valuta estera della Banca Centrale del Libano ha raggiunto quota 36 miliardi di lire libanesi.

Il destino del Libano dunque è legato a un doppio filo con quello ella Siria, se non si raggiungerà la stabilità in Siria, il Libano è destinato a impoverirsi.