SIRIA. Le proteste in Libano fanno crollare di più la sterlina siriana

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Il valore della sterlina siriana sul mercato nero ha continuato a scivolare arrivando a 1.000 dollari ai cambiavalute il 3 dicembre, nuovo minimo record. Il crollo arriva in mezzo a una crisi di liquidità nel vicino Libano, a lungo canale d’ingresso per la valuta estera in Siria. Un cambiavalute nella capitale siriana Damasco ha detto che martedì scorso, per la prima volta, avrebbe venduto dollari sul mercato nero per 1.000 sterline.

Il tasso di cambio è stato posto a 975 sterline per un dollaro, più del doppio del tasso ufficiale di 434 sterline siriane pubblicato dalla banca centrale sul suo sito web, riporta The National. All’inizio della guerra nel 2011, il tasso di cambio con il dollaro era di circa 48 sterline.

Nella città vecchia di Damasco, i commercianti registrano che nelle ultime settimane tutto, dal cibo ai trasporti, è diventato più costoso, addirittura raddoppiato negli ultimi due mesi, seguendo il nuovo tasso di cambio del dollaro sul mercato nero. La sterlina è diminuita del 30% da quando il 17 ottobre in Libano sono scoppiate le proteste antigovernative.

La recessione economica si è accelerata dall’inizio delle proteste, e una crisi di liquidità è diventata più acuta in un paese che è stato a lungo un’ancora di salvezza economica e finanziaria per le imprese siriane affamate di dollari.

Con l’inasprimento delle sanzioni occidentali contro la Siria durante la guerra, molti nel paese hanno aperto imprese nel vicino Libano, nascosto i loro soldi nelle sue banche e usato il paese come canale per le importazioni. Ma le banche libanesi hanno iniziato ad introdurre controlli sui prelievi di dollari nel corso dell’estate, mettendo a dura prova la fornitura del biglietto verde ai mercati siriani, riporta Afp.

In Libano, anche i tassi del mercato nero per la sterlina sono scesi dal tasso ufficiale di circa 1.507 al dollaro. I tassi non ufficiali hanno ora supposto 2.000 sterline libanesi al dollaro, mentre più persone si rivolgono al mercato nero con restrizioni bancarie. Gli otto anni di guerra civile in Siria hanno colpito l’economia del paese e hanno esaurito le sue riserve di valuta estera.

Dall’inizio della guerra nel 2011, il regime del presidente Bashar al-Assad e gli uomini d’affari associati sono stati oggetto di una serie di sanzioni internazionali. Le autorità stimano che dal 2011 il settore chiave del petrolio e del gas siriano ha subito perdite per circa 74 miliardi di dollari.

Le Nazioni Unite stimano che il conflitto abbia causato circa 400 miliardi di dollari di distruzione legata alla guerra, uccidendo 370 mila persone e sfollato milioni di persone.

Lucia Giannini