SIRIA. ISIS galvanizzato dal ritiro USA

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Una mappa della Siria, messa online nei giorni scorsi, mostra come il governo di Assad controlli il 57% del territorio siriano, le forze curde il 27% e i ribelli con supporto turco a malapena il 5%. Appare così evidente che la Turchia abbia intenzione di lanciare la propria azione sulla zona Manbij e a est dell’Eufrate anche per riequilibrare la situazione in sede di trattative internazionali. Non è chiaro in termini di popolazione quanto questo rapporto sia diverso, sta di fatto però che chi tratta con il governo siriano ad oggi sono i ribelli che controllano una fetta risibile del territorio siriano, mentre sono esclusi dai pourparler i curdi.

Ad ogni modo, è stata pubblicata una dichiarazione ufficiale delle SDF sul ritiro americano dalla Siria. Secondo le forze a guida curda, la decisione mina direttamente gli sforzi nella battaglia finale contro i terroristi dandogli la possibilità di rimettersi in sesto. possibilità che Isis non si è lasciata scappare: a partire dal 21 ottobre.

Secondo il portavoce SDF, Daesh ha lanciato un contrattacco su Hajin con morale alle stelle dopo la notizia di ritiro americano, Daesh è, infatti, ancora forte nella regione. Il contrattacco di Daesh su Hajin e Abu Khater è proseguito durante la giornata del 21 dicembre, con decine di mujahideen Isis  armati con armi pesanti e autobombe suicide., mentre la coalizione ha fornito supporto aereo e sono continuati duri scontri.

Di fondo, con l’annuncio del ritiro americano Daesh si è galvanizzato e non ha perso tempo. Nel tardo pomeriggio del 2 dicembre, infatti, il 60% della città di Hajin era tornata in mano al Califfato. Prima che il governo siriano preda il posto delle SDF, Daesh avrà tutto il tempo di riprendersi una parte del terreno perso, in particolare le zone rurali delle province di Raqqa, Deir Ez Zor e Al Khayr. L’unica possibilità è che il governo siriano decida di attaccare anch’esso sulla zona di Hajin attraversando l’Eufrate. Si tratterebbe di una nuova alleanza siglata con estrema facilità, forse troppa, ma necessaria. 

Qualche ora dopo l’annuncio del ritiro americano dalla Siria, poi, le SDF prove del supporto americano hanno iniziato le negoziazioni con i rappresentanti del governo siriano per la consegna dei pozzi petroliferi nelle aree sotto controllo curdo.

Secondo quanto riferito, le SDF avrebbero dato il proprio accordo per consegnare Manbij al SAA con la condizione che la zona si autogoverni. In un certo senso, così i curdi manterrebbero un piede in città pur lasciando ufficialmente il lato ovest dell’Eufrate.

Redazione