Teheran apre il credito a Damasco

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SIRIA – Damasco 31/8/2013. Siria e Iran hanno firmato un accordo, il 31 luglio, per attivare una linea di credito di 3,6 miliardi dollari per comprare i prodotti petroliferi utili ad aiutare l’economia del regime di Assad.

L’accordo, che in realtà è stato approvato a maggio e che permetterà all’Iran di partecipare agli investimenti in Siria, è parte del sostegno dell’Iran sciita ad Assad nella sua guerra contro i “ribelli” sunniti. Teheran già fornisce assistenza militare ad Assad, attraverso la formazione delle sue forze e la consulenza sulla strategia militare. Inoltre le milizie di Hezbollah, sostenute dall’Iran, hanno rafforzato le contro-offensive contro i ribelli intorno a Homs e Damasco. La Siria è a corto di diesel per il proprio esercito e di carburante per mantenere funzionale l’economia, anche a causa delle sanzioni di Stati Uniti e Unione europea. Il suo principale fornitore di prodotti petroliferi via mare è stato l’Iran. Un’altra linea di credito di 1 miliardo di dollari per Damasco è già stato aperta per acquistare prodotti iraniani in una sorta di baratto che ha aiutato la Siria ad esportare tessile, fosfati e alcuni prodotti agricoli come l’olio d’oliva e agrumi. Accanto alle favorevoli condizioni di pagamento differito di questi finanziamenti, Damasco è in trattative da mesi per ottenere un prestito fino a 2 miliardi di dollari, a basso interesse e di un lungo periodo. Con l’economia in crisi e le spese militari, la Siria è stata costretta a fare sempre più affidamento su nuove linee di credito concesse dai suoi principali alleati: Russia, Iraq e Cina hanno fornito aiuto, non paragonabile a quello concesso da Teheran. Anche se l’accordo di finanziamento prevede un vantaggio a breve termine per la Siria, spingerà verso l’alto il debito a lungo termine di un paese che un tempo si vantava di avere un debito pubblico basso. Le linee di credito, erogate attraverso la Banca Commerciale di Siria e Banca Saderat dell’Iran, saranno in grado di  ridurre la crescente pressione sulla sterlina siriana, limitando la necessità di pagare per i prodotti importati e gli alimentari con le scarse riserve di valuta estera. Al cambio non ufficiale, la sterlina siriana si è fortemente deprezzata sul dollaro (300 sterline siriane per un dollaro). L’anno scorso Iran e Siria organizzarono uno swap benzina-per-diesel, ma la perdita delle principali aree di produzione di petrolio della Siria, comporta che Damasco non ha più il greggio, né la benzina né la nafta da esportare. Ciò nonostante, l’Iran ha costantemente ampliato i legami economici di lungo periodo con la Siria per aiutarla a sopportare le sanzioni economiche occidentali e ha siglato un accordo di libero scambio in base al quale le esportazioni siriane sono soggette ad una bassa tariffa doganale: il 4 per cento. Teheran aveva già utilizzato simili strumenti con Damasco nei primi anni Ottanta prima che la Siria diventasse un paese produttore di petrolio. L’accordo aprirà la porta ad investimenti iraniani più ampi in progetti infrastrutturali come centrali elettriche e industria pesante. Ad aziende iraniane sono anche stati assegnati una serie di contratti nel settore energetico e hanno firmato accordi per la costruzione di diversi depositi di grano finanziati attraverso le linee di credito estese. In base all’accordo, la Siria riceverà anche 250mila tonnellate di farina dall’Iran, facilitando la distribuzione del pane nelle aree governative ch ene soffrono la mancanza poiché i ribelli controllano le zone agricole migliori.