SIRIA. Il cuore di ISIS non è a Raqqa ma a Deir Ez Zor

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Poche le notizie postate in rete da ISIS provenenti dall’Iraq. E a dire il vero anche dalla stampa locale sono filtrate poche notizie sui combattimenti. È uscito poi un sondaggio: riuscirà l’esercito iracheno a sconfiggere ISIS prima della fine del Ramadan? Il capo della polizia federale in una precedente conferenza stampa aveva detto che dall’inizio della battaglia a Mosul si contavano più di 1000 morti nei ranghi di ISIS.

Il che significa, secondo le stime di ISIS che ce ne sono ancora 3000 a piede libero. La domanda è dove sono? Non di certo tutti a Mosul. Nel frattempo le milizie Badr attive sia sul confine lato Siria che Iraq hanno detto che si sono ricongiunte ad At Tanf, località a 13 km dal confine iracheno, segno anche che i siriani di Assad non ci sono arrivati. Una notizia apparsa su tutte le agenzie di stampa irachene riguarda Hezbollah e la sua influenza tramite figure libanesi a Baghdad.

Si narra sui media che a partire dal 2006 Hezbollah abbia fatto ingenti investimenti a Baghdad e che ora goda di molto potere in città al punto tale da controllare per esempio il turismo religioso. Tutto bene se non fosse che qualcuno ha rivelato nomi e raggio di influenza ed è scoppiato il panico nelle alte sfere irachene. Sembra che il mondo politico stia cercando di metterci una pezza, sostituendo i nomi nei Cda delle aziende sotto influenza di Hezbollah. Di certo si sa che al Maliki è ben predisposto verso simili investimenti.

Mosca dopo l’abbattimento del jet siriano da parte della Coalizione e l’annuncio dell’abbattimento di tutto ciò che volerà sopra le aeree controllate da Damasco e dalla Russia, ha tirato fuori dal cilindro magico tutti i morti ammazzati importanti, alte sfere di ISIS, nei raid aerei a Dei Ez Zor, colpita anche dai razzi di Teheran. Questa attenzione verso la città siriana rafforza la nostra idea, risalente al 2015, secondo cui l’anima di ISIS non sta né a Raqqa né a Mosul ma a Deir Ez Zor, così come la sua produzione cinematografica e di comunicazione. Non i server. Account social non ISIS oggi hanno riferito che ISIS avrebbe compiuto una imboscata a un gruppo di soldati curdi e americani e ne avrebbe catturati molti vivi a Raqqa ma non si sa bene dove, città dove gli americani rivendicano la morte di un altro leader ISIS, Fawâz ar-Râwî.

Situazione molto critica ad Aleppo, dopo le persecuzioni, si parla di rapimenti, stupri e scomparsa di donne nei quartieri controllati dalla sicurezza siriana. Sembra essere stato raggiunto un accordo con le milizie ancora presenti ad Al Bab che hanno promesso di andarsene entro il mese senza portare con sé le armi. Molte municipalità di Aleppo hanno emanato dei comunicati stampa in cui vietano a chiunque di entrare nel territorio del comune: i liberatori a quanto pare si sono rivelati più pericolosi degli aggressori. I ribelli dell’operazione Al Bunian Marsous definiscono un vero fallimento l’offensiva di Assad a Daraa nonostante che in 15 giorni Assad e alleati abbiano sparato: 691 bombe, di cui 86 piene di napalm, 105 attacchi aerei, 563 missili terra  terra. Molte le perdite anche nelle fila dell’esercito siriano.

Redazione

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