SIRIA. Ecco gli eredi di Casa Assad

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Mentre tutti in Siria sono concentrati sulla battaglia di Idlib, c’è un’altra guerra che non lascia prigionieri ed è quella interna alla famiglia Assad. Ovvero tra gli Assad e i Makhlouf. Assad tutti sanno era il cognome del padre di Bashar, mentre Makhlouf è il cognome della madre di Assad. I suoi amati nipoti, figli del fratello cresciuti con i suoi figli per lungo tempo hanno collaborato nei diversi rami dello stato, tanto da far parlare nel mondo della Siria come di uno stato a conduzione familiare. 

Bashar premier, suo fratello Maher nelle forze armate e aziende collegate, Rami Makhlouf finanziatore e addetto al reperimento economico per il cugino Bashar, il fratello di rami Hafez anche lui nell’esercito. Potremmo andare avanti così, con questi legami per un intero libro. A cambiare le carte in tavola il matrimonio di Bashar al Assad nata in Gran Bretagna, da famiglia siriana sunnita: Asma Akhras che nel tempo ha introdotto il padre, il fratello e la cugina negli affari di famiglia. Il tutto in maniera contenuta fino alla morte della suocera, Anisa, avvenuta nel 2016. 

Ora Assad è in debito con Putin, secondo alcuni rumors è indietro del pagamento di tre miliardi di dollari che vorrebbe prendere, su consiglio di Asma a capo di un organismo anti corruzione dalle casse di Rami Makhlouf. Nei giorni scorsi sono stati disposti i sequestri dei conti di Rami Makhlouf, della moglie e dei figli, dodici in tutto in Siria, i loro beni congelati. Hafez, suo fratello si è schierato con Bashar, mentre sabato Duraid Al Assad, cugino di Bashar, si è schierato con Rami. Durait ha mandato un messaggio proprio a suo cugino, in cui allude a ciò che sua moglie Asma Al Akhras ha fatto, causando controversie familiari, in particolare con l’altro ramo della famiglia i Makhlouf. Solitamente sostenitore del cugino presidente, Duraid raggiunge così il fratello Firas, duro contestatore del governo avendolo più volte accusato di essere un carnefice che per rimanere al potere ha sacrificato la vita di migliaia di siriani. 

Ad ogni modo Duraid ha paragonato lo scontro tra Bashar a Makhlouf a quello tra Hafez e Rifaat Assad negli anni Ottanta che ha portato poi al fallito colpo di stato di Rifaat nei confronti di Hafez. A rispondere al sequestro dei beni anche lo stesso Rami via Facebook, che ha scritto tre post sulla questione con il cugino. È sceso in campo in modo particolare in difesa dei 12 dipendenti delle sue aziende arrestati dal cugino. Nel post si legge: «Speriamo che le autorità di sicurezza smettano di perseguire i lealisti nazionali e prestino attenzione ai criminali impegnati. Speriamo anche che i dipendenti detenuti in questo benedetto digiuno vengano rilasciati, e notiamo che solo questa pagina esprime le mie parole e non c’è altra pagina che abbiamo, anche se fosse sotto il nostro nome è un falso».

Makhlouf ha aggiunto: «Nonostante le difficili circostanze che stiamo attraversando, non abbiamo dimenticato il nostro dovere verso il nostro popolo. L’importo di circa un miliardo e mezzo di sterline siriane è stato trasferito alla società Al-Bustan e altri, in modo che possa continuare a fornire servizi umanitari a coloro che lo meritano onestamente e onestamente. Chirurgia e vari altri ausili». Tra i settori economici contesi tra Rami e Asma anche quello caritatevole, Asma in competizione con Maklouf la scorsa settimana Asma al-Assad ha tenuto un seminario in cui ha parlato del suo ruolo nel sostenere “feriti di guerra”, nell’ambito del programma che supervisiona personalmente, e il nome «Il ferito della nazione è in grado di essere in grado», il che ha spinto gli osservatori a dire che ha ritirato il file “ferito di guerra” direttamente dalla mano di Rami Makhlouf.

Secondo Rami Makhlouf i familiari vogliono rimuoverlo dalla sua posizione di presidente del consiglio di amministrazione di “Sertil” Telecom. Esattamente come la pace imposta a Idlib, per ora la pace regna in casa Assad ma presto ci si aspetta un nuovo assalto al patrimonio Makhlouf. 

Graziella Giangiulio