SIRIA. Damasco protegge i curdi che accetteranno di essere siriani

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A Damasco si è aperta una crisi politica tra Turchia e Stati Uniti per assicurare la protezione curda alla luce del previsto ritiro degli Stati Uniti dalla Siria nord-orientale. Il vice ministro degli Esteri siriano Fayssal al-Miqdad ha detto il 9 gennaio di essere ottimista sul dialogo con i gruppi curdi che vogliono concludere un accordo politico con Damasco come parte degli sforzi per evitare un attacco contro la Turchia. «Le precedenti esperienze con i gruppi curdi non erano incoraggianti, ma ora le cose stanno cambiando», ha detto Miqdad, riferendosi all’apparente disponibilità dei curdi ad andare a Damasco per parlare con i rappresentanti di Ankara, riporta Sky News Arabia.

È infatti aumentato il timore che il ritiro degli Stati Uniti dalla Siria dia un’opportunità alla Turchia di attaccare le Ypg curde. «Se alcuni curdi dichiarano di essere parte integrante dello stato siriano e del popolo siriano, queste sono condizioni favorevoli per un dialogo, quindi sono ottimista», ha detto il vice ministro.

Al-Miqdad ha poi proseguito: «Incoraggiamo questi gruppi politici a essere sinceri nel dialogo che ora c’è con lo stato siriano», sottolineando che «non c’è alternativa al dialogo».

I commenti di Miqdad hanno fatto seguito al fallimento della missione di Bolton. Il consigliere della sicurezza nazionale statunitense John Bolton, infatti, non è riuscito a ottenere garanzie da Ankara che i curdi non sarebbero stati oggetto di un attacco se il piano di ritiro degli Stati Uniti avesse avuto inizio. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che non ci sarà alcuna “concessione” nella campagna di Ankara contro quelli che ha definito “gruppi terroristici” in Siria, aggiungendo che i preparativi di Ankara a questo riguardo «sono stati ampiamente completati».

Da parte sua, ha detto il presidente congiunto del Partito dell’Unione Democratica, Shahuz Hassan, che i curdi della Siria sono in contatto con i russi e il governo siriano, e possono raggiungere un accordo, come fatto il mese scorso, quando le forze del governo siriano sono entrate nell’area vicino alla città di Manbj, che era sotto minaccia di un attacco turco.

«Finora non c’è stato alcun intervento militare, ma se ciò accade, penso che saremo pronti ad affrontarlo, così come siamo pronti al lavoro politico e diplomatico con tutte le parti», ha detto Hassan ripreso dall’Associated Press.

Il leader curdo ha sottolineato che i suoi combattenti sono pronti ad affrontare le forze turche che entreranno nella Siria nord-orientale, aggiungendo che dalle recenti dichiarazioni di Ankara risulta chiaro che la Turchia ha un piano per invadere la regione. «Siamo pronti a resistere alle minacce turche», ha detto Hassan.

Antonio Albanese