Le confische siriane del PYD/YPG

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SIRIA – al Hasakah 16/09/2015. I curdi confiscano le proprietà di chi è fuggito dalle atrocità dello Stato Islamico in terra di Siria per darle ai loro combattenti.

Il governo semi-autonomo del Partito democratico curdo nella provincia di Al-Hasakah ha approvato, il 15 settembre, un decreto che autorizza la confisca di beni, mobili e immobili, appartenenti ai residenti siriani che hanno lasciato la provincia scappando dalle atrocità dello Stato Islamico. Ne da notizia syriadirect.org che riporta anche i pareri di alcuni dei membri del governo semi-autonomo. «I beni confiscati non saranno restituiti, a meno che l’auto-amministrazione non emani una decisione specifica in tal senso», ha commentato Jad al-Hasakawi, membro della Unione della Gioventù di Al-Hasakah al giornale on line il 16 settembre. «Non la ritengo una decisone probabile», ha aggiunto al-Hasakawi, rilevando che la decisione avrà un ampio impatto sociale, poiché, a sua detta, «il 30 per cento» della popolazione di Al-Hasakah ha lasciato la provincia a causa della guerra con lo Stato islamico. Si tratta di una percentuale elevata e di un’altrettanto elevato ammontare di beni confiscati. La decisione ha lo scopo a detta del Pyd di «proteggere i beni dei residenti che hanno lasciato la provincia da atti vandalici e da furti, e di riutilizzarli al servizio della comunità», ha detto sempre a syriadirect.org, Zara Masto, presidente dell’agenzia curda Walati News Network, cha ha aggiunto di sperare, contrariamente al giovane politico curdo, che tutti beni verranno restituiti in caso del ritorno del legittimo proprietario. A chi andranno effettivamente le case, i terreni, i mobili, le suppellettili, le auto, gli strumenti di lavoro di vario genere, insomma la vita spezzata lasciata nella portai terra di origine?
«Il Pyd utilizzerà il bene confiscato dare casa ai combattenti del suo braccio armato, l’Ypg, ha detto al-Hasakawi», riporta il giornale siriano. La decisione del partito dei curdi, quindi, da un nuovo colpo alle speranze delle famiglie fuggite dagli orrori della guerra di poter tornare a casa propria e di poter riprendere in mano la propria vita. Si tratta, contrariamente a quanto si possa pensare, di un’aspirazione diffusa tra le famiglie siriane che hanno dovuto lasciare tutto e scappare nei paesi vicini. Molte famiglie profughe in Giordania, infatti, intervistate da AGC Communication ad Amman nei giorni scorsi, intendono ritornare a casa propria, se mai ve ne sarà una ancora in piedi e riprendere così la propria vita.
Confiscare i beni di chi fugge dalla guerra e dalla morte non fa certo onore a chi lo fa.

N.B.: Le foto a corredo questo servizio sono tratte dalla pagina di Facebook che da notizia dell’accaduto reperibili cliccando qui