SIRIA. 9 anni di guerra: il governo nega, ma ci sono focolai di COVID19

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Il 14 e 15 marzo, in Siria, i ribelli hanno tenuto i festeggiamenti del nono anno di rivoluzione in Siria iniziata appunto il 15 marzo 2011. E se ad Aleppo il 15 marzo hanno chiamato ad una manifestazione pubblica, il 14 marzo il capo del dipartimento di orientamento morale dell’esercito SNA, Esercito Nazionale Siriano, Hassan Al-Dughaim, ha tenuto un discorso pubblicato poi su .nedaa-sy., in cui ha sottolineato la continua capacità di resistenza di fronte alle forze degli aggressori.

Al-Deghaim ha affermato in un discorso dal titolo “nove anni e ciò che è qui” che i rivoluzionari siriani hanno affrontato in questi anni molte forze di tirannia e stranieri, come i russi, gli iraniani e altri, aggiungendo che ciò li ha solo forgiati e dato loro la stabilità.

Ha spiegato che «i rivoluzionari hanno trasformato l’esercito del regime di Assad in un relitto e la testa del regime in un mendicante che supplica gli esseri umani di uccidere i siriani».

Ha aggiunto che le forze degli aggressori hanno usato tutti i tipi di criminalità contro il popolo siriano, ma ciò non ha infranto la loro volontà e la determinazione dei rivoluzionari è rimasta come il ferro.

Al-Deghaim ha inviato un saluto al «popolo siriano paziente, all’esercito nazionale e alle forze della rivoluzione, e al grande esercito, al popolo e al comando della Turchia che stava con i siriani».

Ha chiamato gli “uomini liberi” coloro che hanno subito torture, assassini e lo sfollamento per essere pazienti sulla via della salvezza e ha detto loro che la vittoria è vicina.

Il discorso propagandistico non ha tenuto conto di un nuovo nemico, apparso in Siria, tre settimane fa ad al Bab che è ancora tenuto segreto dalle autorità siriane: il Corona Virus. Nel frattempo però Assad ha deciso in via preventiva il 13 marzo di chiudere per tre settimane, scuole e uffici pubblici e privati e lo stesso hanno fatto i curdi nella zona nord est del Paese che hanno anche bloccato tutti gli incontri e i momenti di aggregazione. Chiusi i valichi con la parte siriana sotto il controllo di Assad.

 Il 15 marzo inoltre in Siria dovrebbe cominciare il pattugliamento congiunto Siria-Russia, con i militari russi che indossano già da qualche giorno le mascherine. Erdogan si è vantato negli ultimi giorni che ben 3.000 turchi si sono arruolati per la campagna di Siria, dove si sono mischiati con i siriani, soprattutto nelle zone di Aleppo, focolaio del Covid19 e a Idlib. Le autorità turche per paura del contagio hanno chiuso venerdì il valico Bab Al-Hawa da cui passano anche i rifugiati persone esposte al contagio del Covid19. Che in Siria ci sia il Covid19 lo dimostrano anche i miliziani arrivati in Libia, fermati a Misurata perché appunto affetti da Covid19.

Anna Lotti