SHAM. Gli USA intendono coinvolgere la NATO

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ISIS ha continuato a segnalare i link dei siti attaccati, molti dei quali in Indonesia. Al posto della home page compare un messaggio ISIS a tutti i musulmani dell’Indonesia. Nella stessa area sono nati canali in lingua filippina per i combattenti filippini dello Stato Islamico, sotto la sigla Ansar delle Filippine. Molti gruppi social esistono in tutte le lingue dello Sham, come quelli in lingua araba, spagnola, inglese. Si tratta dunque di specialisti dei social che gestiscono conversazioni e analizzano gli umori della pancia di ISIS e indirizzano anche gli umori dove serve. Come potrebbe essere l’odio verso i soldati americani in Afghanistan, piuttosto che contro le donne in Inghilterra e così via. Nell’alveare social della Siria, HTS e ISIS hanno cominciato una grande battaglia “dottrinale” su chi abbia o meno il diritto di aggiudicarsi il ruolo di unico e vero interprete del Jihad: ISIS ha comunque dalla sua un impianto dottrinale più completo e datato.

Ancora sotto il fuoco di ISIS, in Iraq, obiettivi già colpiti in precedenza come a Mushayrafah. Per diversi giorni, attentati suicidi a distanza di poco tempo l’uno dall’altro hanno colpito  la città.  ISIS ha sottolineato i mezzi distrutti dai suoi “adoratori della morte per Allah” in questa maniera (la resa in italiano è nostra): «Cinque veicoli dell’esercito sciita sono stati distrutti e disabilitati in un’operazione Istishhadi a nord-ovest di Mosul. Dopo aver affidato la sua vita ad Allah, il nostro fratello Umar al-Baghdadi (che Allah lo accetti) ha fatto esplodere il suo veicolo in mezzo ad una riunione dell’Esercito Rafida (sciita) alla periferia della zona di Mushayrafah a nord-ovest di Mosul. È riuscito a distruggere 4 BMP e a disattivare un Humvee, oltre ad uccidere molti murtaddin (credenti sciiti) che sono stati uccisi e feriti. Allo stesso modo, 2 Humvees sono stati distrutti e il personale a bordo è rimasto ucciso da IED e razzo nella periferia della stessa zona e tutta la lode è dovuta a Allah».

Queste nella periferia di Mosul sono state operazioni “certificate” anche da post dell’agenzia Moata che parla di almeno 15 morti e 10 feriti dopo il primo attentato.

In Siria, il PYD curdo ha firmato un accordo con il governo siriano e i russi per la cooperazione in vista delle prossime offensive ad Aleppo e Idlib. I delegati del FSA hanno lasciato i colloqui di Astana interrompendo la propria presenza e criticando duramente gli altri attori presenti, in particolare la presenza dell’Iran. Questo dimostra quanto l’opposizione siriana a Astana sia frammentata e senza qualifiche. Si tratta di operatori e combattenti ma non personale adatto a un tavolo di negoziazione.

L’ultima mossa dei russi è di creare le famose “safe zone” e di considerarle delle “no fly zone”. Peraltro, i russi stanno cercando di imporre agli aerei della coalizione a guida americana di non avere più l’autorizzazione al volo sopra le nuove “safe zone” in Siria. Per questo, gli USA chiedono alla NATO di raggiungere la coalizione anti Daesh in Siria, proprio mentre la Russia, come detto, prova a creare delle zone proibite al volo per aerei della coalizione.

Dopo i colloqui di Astana è probabile che la Turchia inizi un’operazione militare diretta contro HTS nella zona di Idlib. Sembrerebbe che a Astana Russia e Turchia si siano messe d’accordo, o abbiano intenzione di farlo, riguardo alla cacciata del gruppo collegato ad Al Qaeda per cercare di avere un’opposizione siriana meno opinabile dal punto di vista della comunità internazionale.

Ad ogni modo, l’alleanza tra YPG e governo siriano su Afrin è una seria minaccia per Bab al Hawa, unico posto di frontiera vitale per i ribelli con la Turchia. La presenza russa nel cantone di Afrin è ovviamente in funzione di contenimento alle operazioni turche, come fecero gli americani su Manbij o adesso in zona a nord est del paese.

Redazione

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