SERBIA. Secondo l’opposizione Vucic ha il monopolio dei media

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Domenica scorsa, il 6 ottobre, il Kosovo ha votato il suo futuro primo Ministro scegliendo Arbin Kurti, leader del partito di Autodeterminazione del Kosovo (Vetevendosje). In Croazia è cominciata la campagna elettorale per le imminenti presidenziali e ad aprile 2020 anche la Serbia si appresta ad andare alle urne con non poche problematiche. L’opposizione, infatti, ha dichiarato che Vucic è una sorta di imperatore al comando di un regno, piuttosto che un presidente di una repubblica.

E proprio di questa opposizione vi riportiamo le parole, in modo particolare cominciamo con quelle di Nebojsa Zelenovic (foto piccola), sindaco di Sebac, presidente di Insieme per la Serbia (SzS), che in una campagna per boicottare le imminenti elezioni in Serbia, durante una visita al villaggio di Dublje nel comune di Bogatic, Zelenovic, ha riferito che il potere dei cittadini e persino l’opinione pubblica sono stati «tenuti in stato di ipnosi» perché le informazioni di base sullo stato reale della vita sono state negate.

«Aleksandar Vucic è apparso sulla televisione nazionale in un mese 793 volte. Questo è 26,4 volte al giorno. Durante lo stesso periodo, nessuno dei leader dell’opposizione è apparso su questi media per una sola volta», ha detto Zelenovic.

Ha detto che «la tortura dei media inizia in programmi mattutini che coinvolgono quasi-giornalisti, analisti retribuiti e funzionari del partito al potere che parlano una lingua di intolleranza».

«A mezzogiorno, Vucic appare a un evento o a una conferenza stampa straordinaria e, in qualità di presidente, pronuncia i più gravi insulti e menzogne non solo a spese dell’opposizione, ma anche in modo aggressivo nei confronti dei giornalisti che gli pongono una domanda imbarazzante che osa assumere una posizione critica sui social media», ha detto Zelenovic.

Il politico serbo ha poi dichiarato che dopo la mezzanotte è seguita la «ripetizione e ripresa senza fine della sua apparizione su tutte le televisioni nazionali e in tutti i quotidiani».

«Inoltre, ogni pochi giorni, in termini sorprendenti, i cittadini hanno la possibilità di seguire le sue esclusive interviste in diretta. È così ogni giorno, per la vigilia di Capodanno e la Pasqua, e quando vincono i giocatori di basket o di pallavolo», ha detto Zelenovic.

I cittadini hanno il diritto di sentire un’opinione diversa, ma questo non avviene; il sindaco di Sebac ha continuato il suo discorso affermando: «Il pubblico ha messo al bando tutte le figure pubbliche che non sono nella volontà del regime. Da anni, i cittadini non possono sentire e vedere accademici come Ljubo Simovic o Matija Beckovic, economisti come Milojko Arsic, Miodrag Zec, Danica Popovic, attori come Nikola Koj o Nikola Djuricko, giornalisti come Sloba Georgiev o Olja Beckovic».

Le elezioni saranno tali quando le persone «smetteranno di essere scioccate dalle loro opinioni, quando non saranno ricattate, e quando la Serbia potrà sentire chi la pensa diversamente».

Nella sua chiosa, poi, ha fatto un esplicito riferimento al fatto che l’opposizione non vuole partecipare al dialogo con Vucic, nemmeno ora che sono arrivati gli osservatori internazionali perché non esiste democrazia: «Fino ad allora, non ci saranno elezioni in Serbia, e quindi non possiamo nemmeno partecipare a qualcosa che non esiste. Il nostro dovere è lottare per il diritto di sentire un’opinione diversa», ha chiuso Zelenovic.

Anna Lotti