La Serbia in Libano

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LIBANO – Naqoura. 25/08/14. Il Ministro della Difesa della Repubblica di Serbia, Mr. Bratislav GASIC, ha incontrato il 23 agosto il Force Commander e Head of Missiondi UNIFIL, Generale di Divisione Luciano Portolano.

Nel corso dell’incontro, il Generale italiano ha fornito un aggiornamento del quadro operativo, illustrando le molteplici attività giornaliere condotte dai Caschi Blu nel pieno rispetto del mandato contenuto nella risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Risoluzione che legittima la presenza di UNIFIL in questa porzione di territorio dagli equilibri precari ma stabilmente garantiti dalla presenza delle 38 Nazioni che contribuiscono alla missione. In particolare ha sottolineato l’importanza strategica del tripartite meeting, unico momento di confrontotra Libano e Israele nel corso del quale UNIFIL svolge, nella completa trasparenza e assoluta imparzialità, il delicato ruolo di mediatore e  trait d’union tra due Paesi che, di fatto, non hanno relazioni diplomatiche. 

Nel corso dell’incontro il Ministro ha espresso parole di apprezzamento per la meritoria opera svolta dal personale civile e militare della missione UNIFIL nel contesto del delicato momento storico, evidenziando l’elevato profilo della missione.

Attualmente, la Repubblica di Serbia partecipa alla missione con circa 140 soldati impiegati nel Settore Est dell’Area di Operazione di UNIFIL. Alle volte ci si potrebbe domandare, a tal proposito, come sia possibile che un paese che ha dei problemi irrisolti lungo i confini di casa propria possa partecipare alla pacificazione di un’altra area. Il caso della Serbia è eclatante, come sappiamo continua a non riconoscere il Kosovo come stato indipendente. Ad oggi il territorio di questo paese è amministrato dall’ONU, ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza dalla Serbia il 17 febbraio 2008, ottenendo il riconoscimento da parte di 108 paesi, naturalmente non dalla Serbia che continua a considerarlo come una sua provincia autonoma. Una considerazione possibile potrebbe essere che la partecipazione ad operazioni vaste ed importanti, come UNIFIL, in cui la situazione di stabilità che si è venuta nel tempo a creare nella regione grazie alla permanenza dei caschi blu, potrebbe allargare le sfere di comprensione delle problematiche di casa propria. Confermata  poi dalla presenza di KFOR, la forza militare internazionale a guida NATO, che ricordiamo ha compito di svolgere un’azione di deterrenza, in favore della libertà dei cittadini e soprattutto contribuire al consolidamento della pace ed al processo di crescita civile di una società multietnica e multireligiosa in Kosovo. Nello specifico ha il compito di supervisionare il Military Technical Agreement, accordo fra KFOR ed il Governo della Serbia, che regola le condizioni post belliche per evitare possibili escalation di violenze e scontri, assistere lo sviluppo delle Istituzioni locali. Operazioni che pur nascendo in contesti e regioni diverse equilibrano e mantengono la pace, nel caso del Libano appunto anche con la partecipazione della Serbia.